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NBA, Doc Rivers ha spiegato i motivi per cui ha firmato con i Sixers

L’ex allenatore dei Celtics e dei Clippers ha spiegato come il gruppo di Philadelphia sia stato un grande incentivo per unirsi alla causa Sixers

Subito dopo aver lasciato la panchina dei Los Angeles Clippers, Doc Rivers ha ricevuto una nuova chiamata per allenare. Nonostante ci si aspettasse che il coach prendesse una piccola pausa dopo 16 anni di allenamento non stop, Rivers ha firmato con i Philadelphia 76ers.

Oggi l’allenatore ha parlato per circa tre ore con i giornalisti in una videochiamata in cui ha espresso i vari motivi che lo hanno portato a sedersi sulla panchina dei Sixers e a “credere nel processo”.

Doc ha spiegato come la sua prima azione sia stata quella di visitare la squadra, e di come il gruppo guidato dagli All Star Joel Embiid e Ben Simmons, gli abbia reso la scelta del suo nuovo lavoro, molto più facile.

“Quando Elton Brand mi ha chiamato, ho pensato di prendere un aereo e andare a dare un’occhiata. Ho visto questi giocatori, molto giovani e il loro potenziale. E il fatto che abbiano raggiunto tale successo personale a quell’età, mi fa pensare che possano andare lontano.”

“Hanno vinto il 65% delle partite che hanno giocato, funzionano bene quando sono assieme. Dobbiamo scoprire solo come tirare fuori il loro meglio.”

I Sixers hanno avuto problemi di formazione quest’anno, con l’arrivo di Al Horford. Il giocatore assieme ad Embiid avrebbe dovuto dominare fisicamente gli avversari. Invece i due non sono mai riusciti a trovare la chimica giusta, con la squadra che ha dato l’impressione di girare meglio con uno solo dei due in campo.

Doc Rivers si è espresso anche riguardo questo argomento, mandando nel frattempo parole al miele verso Joel Embiid.

“A un certo punto dovranno assolutamente giocare assieme. Ma non so ancora darvi dettagli sul mio quintetto di partenza, ho bisogno di tempo.”

“Credo che Joel sia un grandissimo giocatore. Dopo aver allenato gente come DeAndre Jordan e Kevin Garnett, mi ritrovo a lavorare con lunghi totalmente diversi in questa generazione, capaci di tirare triple e addirittura guidare le offensive della squadra.”

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