I Los Angeles Clippers hanno presentato ufficialmente il loro nuovo coach, Tyronn Lue. Nella conferenza stampa di presentazione sono intervenuti anche il presidente della franchigia, Steve Ballmer, e il GM Lawrence Frank.
Ballmer è stato il primo a parlare, sottolineando i motivi della sua scelta e ringraziando Doc Rivers per il lavoro svolto:
“Ringrazio Doc Rivers, è stato una guida sin da quando ho acquistato la squadra sei anni fa. Sono grato per ciò che ha fatto, non solo nel suo ruolo di allenatore. Gli auguro il meglio per il futuro a Philadelphia, con l’eccezione delle due partite che giocheremo contro in stagione. Siamo qui dopo un’approfondita ricerca nella quale siamo stati impegnati con l’obiettivo di trovare il nuovo allenatore dei Los Angeles Clippers. […] In un panorama ricco di ottimi allenatori, Tyronn Lue è il meglio del meglio. […] Si dedica al 100% alla pallacanestro e quest’etica del lavoro è essenziale per avere successo in un ruolo del genere.”
Riguardo la seconda parte della stagione della squadra, Ballmer è stato molto schietto:
“Ho visto quasi tutte le partite di Playoff nella bolla a parte una e compresi i seeding games non credo onestamente che la squadra abbia espresso la propria miglior pallacanestro. Il modo in cui si è conclusa la stagione mi ha deluso. Si può dire che ci sia maggior amarezza per il fatto di essersi trovati sopra 3-1 prima della rimonta di Denver, ma la realtà è che non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati. Dopo un periodo di riflessione ci siamo posti la domanda: “Cosa possiamo fare per migliorare?”. Una delle aree interessate è stata il coaching. Siamo riusciti ad avere uno dei migliori coach dell’NBA, a mio parere il migliore, anche considerando la nostra squadra e il periodo in cui ci troviamo.”
Subito dopo è stato il turno di Frank, che ha ribadito la volontà della società di ripartire da un uomo in grado di gestire lo spogliatoio:
“Quando si lavora nella pallacanestro si ha a che fare con molti numeri e lettere: X&Os su una lavagna bianca, statistiche su uno schermo. Tutto o quasi può essere misurato e studiato. Il feeling, feel for the game, è un termine che sentite, ma che non si riesce a quantificare. Il nuovo allenatore ha molte delle qualità sopracitate: è un ragionatore, un collante, un leader dinamico. Non è un segreto che abbiamo avuto un mese difficile, abbiamo perso una serie praticamente vinta. Ci prendiamo tutte le responsabilità per l’accaduto e abbiamo lavorato sin da subito per apportare i miglioramenti necessari. Il primo passo è questo.”
Al momento delle domande, Lue ha voluto sottolineare la volontà del team di ripartire, attraverso un approccio basato sul cameratismo e la gestione dello spogliatoio (cosa che era sembrata esser sfuggita di mano, almeno con Doc Rivers):
“So cosa ci vuole per vincere e sono entusiasta perchè il roster è incredibile. Avere un’opportunità del genere in un ambiente del genere crea i presupposti per una stagione vincente. Tutti devono essere sulla stessa lunghezza d’onda, assieme, come una famiglia. Partendo da queste basi, costruire una squadra da titolo diventa facile, perché tutti diventano partecipi e coinvolti.”
Lue ha anche avuto l’occasione di sottolineare il suo rapporto con Rivers:
“Doc è stato il mio mentore da quando sono entrato nella lega ed è stato il primo a darmi un’opportunità [di allenare nell’NBA]. Tuttavia, non ho imparato soltanto da lui. Ho studiato anche altri coach, nel tentativo di migliorarmi: Spo, Brad Stevens, anche Nick Nurse l’anno scorso. Cerco di imparare dai migliori, ed è una cosa di cui vado fiero.”
Non è mancata una domanda proprio riguardo lo spogliatoio e le voci di litigi interni tra i giocatori, che Lue ha subito voluto sminuire:
“Quando si parla di chimica di squadra non bisogna pensare a qualcosa fuori dal campo. PG[Paul George] ha avuto un intervento alla spalla, ha perso il training camp e le prime 11 partite; anche Kawhi non ha potuto partecipare al training camp. Beverley ha avuto degli acciacchi. Poi siamo arrivati alla bubble, dove sono successe altre brutte cose: Harrell ha perso la nonna, Beverley un suo stretto amico, anche Lou Williams ha dovuto partecipare a un funerale. Dopo queste cose è diventato difficile costruire una continuità, perché non abbiamo avuto molto tempo per allenarci e la nostra starting lineup non è stata disponibile per buona parte dell’anno. Penso che la cosa importante sia non avere infortuni ed avere i giocatori pronti.”
Il compito di Lue non sarà sicuramente facile: nonostante i Clippers siano a tutti gli effetti una contender, sembra che alla squadra manchi ancora qualcosa per compiere il salto di qualità. Staremo a vedere se sarà proprio Lue la componente decisiva per portare i Clippers alla loro prima Conference Final.
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