Il Covid-19 ha colpito e affondato l’industria NBA. La pandemia ha provocato un vuoto nelle casse delle franchigie stimabile in circa un miliardo e mezzo di dollari. Questa immensa somma deriva dalla combinazione di diversi fattori, come ad esempio la cancellazione di 171 partite di regular season e gli introiti venuti a mancare a causa dell’assenza di pubblico. E le previsioni per la stagione 2020/2021 non sono di certo rassicuranti.
Il prossimo campionato, che dovrebbe partire il 22 dicembre, potrebbe svolgersi in formato ridotto, ovvero con 72 partite. E con ogni probabilità gli spalti rimarranno vuoti, silenziosi, desolati per l’intera annata. Niente pubblico significa niente entrate massicce. Per far fronte a questa preoccupante situazione e per abbassare i costi, la lega approverà il taglio del salary cap. Non c’è ancora una soluzione concreta, ma secondo quanto riportato da Connor Letourneau del San Francisco Chronicle la riduzione si aggirerà tra i 3 e i 12 milioni di dollari.
Con un salary cap fermo a 109 milioni, questo taglio potrebbe rivelarsi estremamente salutare. Un’idea più concreta del calo effettivo potrebbe arrivare nelle prossime settimane e certamente verrà entro il 18 novembre, giorno in cui si svolgerà il Draft 2020. Per le franchigie sarebbe impossibile effettuare e programmare scambi senza una direzione certa riguardo il salary cap.
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