La Southeast Division è il regno dei Miami Heat. Negli ultimi 10 anni la squadra della Florida ha vinto la Division per sette volte, e il suo dominio è tutt’altro che in bilico. I vincitori dell’ultima edizione delle Eastern Conference Finals sono la squadra più talentuosa tra le cinque, potendo contare, oltre che su un ottimo roster, anche su un coaching staff e una dirigenza navigati a certi livelli. Forse non riusciranno a replicare il risultato dello scorso anno, ma hanno tutte le carte per provarci.
A inseguire, una delle squadre “vincitrici” della free agency, squadra da corsa ai Playoff: i nuovi Atlanta Hawks, che a Trae Young potranno affiancare Bogdanovic, Gallinari e Rondo oltre al già presente John Collins.
Altra franchigia che ha fatto parlare di sé per diversi cambiamenti interessanti sono gli Washington Wizards: il nuovo arrivato Russell Westbrook proverà insieme a Beal a portare la squadra della capitale ai Playoff.
Anche a Charlotte c’è aria di novità, e ne è prova l’immagine dei due nuovi innesti: il rookie terza scelta assoluta LaMelo Ball e Gordon Hayward, firmatario di un contratto stellare. A Jordan non è mai piaciuto perdere, e anche da proprietario di franchigia vuole raccogliere presto i risultati sperati e attesi troppo a lungo.
Chiudiamo questa rapida carrellata introduttiva con uno sguardo agli Orlando Magic: in controtendenza rispetto alle compagne di Division, hanno cambiato poco o niente, preferendo la linea della continuità. Basterà a confermare il piazzamento nella griglia della postseason?
Atlanta Hawks
Gli Atlanta Hawks erano forse la franchigia che più di tutte poteva e doveva muoversi in free agency. Una grande margine di manovra dal punto di vista salariale e un roster pieno di giovani con ottime prospettive ma senza grande esperienza obbligava la dirigenza a cercare le firme di veterani e, più in generale, chiunque potesse velocizzare la crescita della squadra. In una Eastern Conference apertissima, gli Hawks avevano l’opportunità di rafforzarsi calibrando le mosse in offseason, e così hanno fatto, compiendo un deciso step in avanti.
Ma andiamo con ordine: dal Draft sono arrivati, rispettivamente con la sesta scelta assoluta e la 20ª del secondo giro, Onyeka Okongwu e Skylar Mays. Il primo è un lungo in uscita da USC, dove si era messo in luce come uno dei migliori prospetti nel ruolo – per molti addetti ai lavori era secondo solo a James Wiseman.
Skylar Mays, guardia da LSU, dove ha giocato per 4 anni, è dotato di una buona attitudine difensiva e un affidabile tiro dall’arco.
Le due firme più importanti e onerose della finestra di mercato degli Hawks sono state quelle di Bogdan Bogdanovic (72 milioni in 4 anni) e Danilo Gallinari (61,5 x 3). Il serbo era dato vicino ai Bucks prima della free agency dopo che le due squadre avevano trovato un accordo per una trade che comprendeva, tra gli altri, Donte DiVincenzo. Lo scambio non si è poi concretizzato per sopraggiunte difficoltà e i Kings hanno preferito non pareggiare l’offerta fatta dagli Hawks a Bodganovic, restricted free agent. Il serbo sembra un ottimo fit per Atlanta: giocatore in grado di crearsi un tiro dal palleggio, con grande precisione anche nel tiro in situazioni di catch & shoot. A queste abilità si aggiunge anche quella di playmaker secondario in grado di affiancare e aiutare Trae Young. Per quest’ultimo, l’aggiunta di Bogdanovic a roster sarà particolarmente preziosa: molto spesso il giovane play è stato raddoppiato dagli avversari. In tal senso, avere al proprio fianco un giocatore come Bodgan potrà alleviare in parte il peso delle difese adeguate all’eccesso su di lui.
Anche la firma di Gallinari va in questa direzione. Negli ultimi mesi si era molto parlato della scelta futura del Gallo: andare in una squadra costruita per vincere rinunciando a parte dello stipendio o preferire un contratto più sostanzioso unendosi a un progetto di prospettiva? Alla fine Danilo sembra non aver rinunciato a nessuno dei due scenari, firmando il più ricco pluriennale con una squadra in forte crescita e già proiettata realisticamente verso l’obiettivo Playoff . Nell’ultima stagione a OKC Gallinari ha tirato con percentuali del 43,8% dal campo e 40,5% dalla linea dei tre punti. Ottimi dati, che lo rendono uno dei lunghi più pericolosi dall’arco. Nella metà campo difensiva ha però sofferto molto, e tra i 236 giocatori che hanno giocato almeno 1000 minuti in tutta la NBA ha il quarto peggior rating difensivo. Ad Atlanta dovrebbe partire dalla panchina per la prima volta in carriera, ma chissà che questo ruolo non possa fornirgli nuovi stimoli.
Da Chicago è arrivata la firma – a cifre tutto sommato contenute – di Kris Dunn, una delle migliori guardie dell’intera lega nella difesa perimetrale. Dovrà saltare l’inizio di stagione, ma se in salute potrà essere un valido innesto. Gli Hawks hanno perso alcuni veterani, come Vince Carter, ritiratosi a 42 anni, e Jeff Teague, volato ai Celtics, ma hanno aggiunto al proprio motore altri giocatori di esperienza. Uno su tutti, Rajon Rondo. Il campione NBA in carica, dopo una regular season non particolarmente degna di nota, è esploso nella postseason di Orlando, portando un contributo fondamentale per la vittoria dell’anello. Prestazioni che gli sono valse un biennale da 15 milioni da parte di Atlanta, che ha visto in lui il giusto tassello da inserire in un contesto tanto privo di esperienza quanto ricco di talento e potenzialità.
Gli Hawks hanno l’ambizione e l’obiettivo di fare i Playoff il prossimo anno. L’attacco orchestrato da Trae Young ha nuove soluzioni da poter implementare e nella metà campo difensiva dovrebbero giovare le aggiunte di Dunn, Rondo, Capela (che non ha mai praticamente giocato in maglia Hawks) e la crescita di Huerter e De’Andre Hunter.