Tutto pronto sulla costa Ovest degli Stati Uniti, con una Pacific Division che si prospetta più agguerrita che mai. Riusciranno i Lakers a vincere nuovamente il titolo NBA, oppure saranno i Clippers ad aggiudicarsi l’accesso alle Finals? Golden State e Phoneix ce la faranno a raggiungere i Playoff? I Sacramento Kings hanno un progetto o sarà l’ennesima stagione nei bassifondi? Queste sono le domande che ci poniamo in vista della stagione 2020-2021.
Los Angeles Clippers
Come 14 mesi fa, si ripartirà da Lakers-Clippers nella notte di apertura. Come 14 mesi fa, le premesse di inizio stagione collocano i Los Angeles Clippers, di diritto, nel lotto delle pretendenti al titolo. Tuttavia, i deludenti Playoff dello scorso anno – sconfitta in gara 7 da situazione di vantaggio 3-1 contro i Nuggets – hanno contributo a un riassetto non indifferente in seno alla franchigia. Innanzitutto in panchina: fuori Doc Rivers, dentro Tyronn Lue. La promozione del fu assistente di ‘Doc’ è la soluzione interna auspicabile alle molteplici tensioni emerse a mezzo stampa nel corso della passata stagione, che hanno agitato non poco lo spogliatoio.
Dejà vu?
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Le chiavi della squadra sono ancora nelle mani di Kawhi Leonard – senza trascurare lo spettro load management all’orizzonte, tanto più in una stagione così particolare in quanto a programmazione – e Paul George. Quest’ultimo è stato il bersaglio principale delle critiche negli scorsi Playoff. Insofferente al contesto della bolla e non al top della condizione, fisica e mentale, ha avuto un netto calo delle prestazioni. I Clippers contano però molto su di lui e sul desiderio di riscatto. Lo dimostra il rinnovo quadriennale del suo contratto, per un valore complessivo di 190 milioni di dollari.
Anche ai nastri di partenza della stagione 2020-21, i Los Angeles Clippers hanno uno dei roster più profondi della lega, con diversi giocatori che garantiscono fisicità, difesa e soluzioni offensive alternative a George e Leonard. Durante l’offseason, scelte al secondo giro del Draft escluse, da segnalare il rinnovo quadriennale di Marcus Morris, oltre alla conferma di Lou Williams, che ha però perso il suo partner di pick’n roll Montrez Harrell, finito proprio ai rivali Lakers. In compenso, l’ex Louisville è stato rimpiazzato da Serge Ibaka, che ha nel proprio bagaglio un tiro da tre punti sempre più solido (38,5 percento su oltre tre tentativi a partita nella passata stagione) . Aprire il campo è di vitale importanza per una gestione ottimizzata delle spaziature, soprattutto nei finali di partita, quando le difese saranno inevitabilmente adeguate su Leonard e George. Meritevole di menzione l’arrivo di Luke Kennard, dai Pistons via trade, in cambio di Rodney McGruder e cash considerations. Kennard, a sua volta buon tiratore, aggiunge alla squadra buon playmaking e prende idealmente il posto di Landry Shamet, finito appunto a Brooklyn. Da ultimo, a cifre contenute, firmato anche Batum – liberato da Charlotte per fare spazio ad Hayward– e rifirmato Patrick Patterson. Entrambi potranno dare qualche minuto di respiro ai titolari.
Il roster presenta alcune lacune nella posizione di point guard, che non possono considerarsi colmate dall’intesa raggiunta, pur al minimo salariale con Reggie Jackson. Manca un giocatore in grado di dettare i tempi, di controllare il ritmo del gioco, se non per brevi momenti delle partite, e di rifornire le bocche da fuoco presenti in squadra.
Coach Tyronn Lue ha comunque a disposizione una squadra da titolo. Profondità e varietà di soluzioni sono i punti di forza di questi Clippers, pronti a dare battaglia su tutti i fronti. Una rinnovata leadership da parte del duo George-Leonard è necessaria per rubare il trono a LeBron, con un derby di Los Angeles che per la seconda stagione di fila si prospetta più agguerrito che mai.