Detroit Pistons
I Pistons sono una di quelle franchigie che dà sempre l’impressione, senza correre troppo il rischio di sbagliarsi, di essere in costante rebuilding. Se ci trovassimo ancora nel 2012, Detroit potrebbe essere considerata a tutti gli effetti una contender, forte di due nomi come quelli di Derrick Rose e di Blake Griffin. La storia del primo, ahinoi, è ben nota, nonostante residui lampi di classe che furono. L’ex Clippers invece, dopo aver trascinato di forza Detroit ai Playoff nel 2019, ha vissuto un’annata complicatissima dal punto di vista fisico e degli infortuni, riuscendo a scendere in campo solo in 18 occasioni nella scorsa stagione.
Così, nell’eterna attesa di un evento straordinario che possa stravolgere il corso degli eventi nella Motor City, i Pistons si sono accontentati di galleggiare nel limbo della mediocrità per un’altra stagione. In quest’ottica vanno viste le firme di questa offseason.
Se il triennale a 60$ milioni complessivi firmato da Jerami Grant potrebbe far storcere più di qualche naso, nonostante l’ottima ultima stagione giocata dall’ex Nuggets, risulta ancora più incomprensibile il contratto offerto a Mason Plumlee, che si è ritrovato praticamente in regalo un triennale da 25$ milioni complessivi.
Il nuovo general manager Troy Weaver ha deciso di fare piazza pulita dei nomi che galleggiavano nel roster dei Pistons da qualche stagione (ad esempio, gli irreprensibili Langston Galloway e Luke Kennard). A sostituzione sono arrivati, oltre ai sopracitati Grant e Plumlee, giocatori tipicamente vagabondi. Per fare qualche nome, potremmo citare Wayne Ellington, Jahlil Okafor o Rodney McGruder. Menzione a parte per Josh Jackson, chiamato a rilanciarsi: l’età è dalla sua parte. I Pistons hanno anche firmato Dewayne Dedmon e Zhaire Smith, per poi tagliarli e usare la stretch provision, in modo da non andare oltre la soglia del salary cap con i contratti di Grant e Plumlee.
Le speranze dei Pistons sono riposte nelle scelte all’ultimo Draft, ben quattro. La più importante è stata sicuramente quella di Killian Hayes, selezionato alla 7 e probabile guardia del futuro nel back court dei Pistons. D-Rose ha già messo gli occhi su di lui. Interessante anche il profilo di Saddiq Bey, ritenuto dagli addetti ai lavori uno dei migliori 3&D della Class of 2020. Sono da scoprire anche Isaiah Stewart, scelto alla 16 via Portland, e Saben Lee alla 38 via Utah.
In vista di un’altra stagione di rebuilding, i Pistons si preparano a galleggiare, ancora una volta, nei bassifondi della Eastern Conference. Ci vorrebbe un Blake Griffin formato All-Star, più un Derrick Rose sano e costante per tutta la stagione, per avere una possibilità di rivedere la banda allenata da Dwane Casey ai prossimi Playoff. Uno scenario non impossibile ma quantomeno improbabile.