Chicago Bulls
Altra franchigia da tempo lontana dai fasti dei tempi che furono, i Chicago Bulls vivono nella mediocrità da diverse stagioni. Gli ultimi avvenimenti degni di nota nella Windy City sono stati tutti extra-campo: Michael Reinsdorf, figlio del Jerry che fece grandi i Bulls di Jordan, ha deciso di dare, finalmente, una svolta alla storia recente dei Bulls.
A livello dirigenziale è quindi arrivato, dai Denver Nuggets, Arturas Karnisovas, nuovo vice-president of Basketball Operations, famoso per il proverbiale fiuto ai Draft NBA: Jokic, Murray, Harris e Nurkic sono stati tutti scelti da lui. Il neo-dirigente, intervistato, ha confermato la fiducia nel roster attuale. E a ben vedere, sono stati confermati ben 13 giocatori reduci dalle misere 22 vittorie della scorsa stagione. Poco spazio di manovra, secondo l’ex cestista lituano della Fortitudo. Tale immobilismo, come suggerito dallo stesso Karnisovas, va visto nell’ottica di un’altra stagione di transizione, per valutare gli elementi a roster e capire chi potrà essere confermato e chi no in vista della prossima offseason, sulla quale i Bulls puntano forte. Insomma, l’annata 2020-2021 sarà di re building, nel vero e proprio senso del termine. Quantomeno inizia ad esserci un minimo di programmazione, dopo anni di improvvisazione.
A dare un ulteriore segnale di nuovo corso è occorso il cambio, quanto mai necessario, in panchina. Questa offseason è stata quella dell’addio di coach Jim Boylen, uno che aveva deciso di mettersi contro l’intero spogliatoio, definendo i suoi giocatori “thugs”, criminali. Dopo stagioni di totale incertezza a livello dirigenziale e organizzativo, i Bulls hanno deciso di (tentare, almeno) darci un taglio e affidarsi a uomini competenti e d’esperienza.
Per questo motivo è arrivato coach Billy Donovan, uno dei tanti esuli dei Thunder, che hanno deciso di stravolgere tutta la squadra. Donovan è reduce da un’ottima ultima stagione ai Thunder, guidati ai Playoff nonostante le premesse di inizio stagione fossero tutt’altro che rosee. L’ex coach di OKC vivrà la sua prima stagione ai Bulls analizzando il roster e i giocatori a disposizione, programmando il prossimo futuro. E intanto ha già fatto pulizia nello staff.
A livello di roster vero e proprio, l’aggiunta più interessante è sicuramente quella di Patrick Williams, scelto alla numero 4 da Florida State e difensore di grande livello. Dal mercato è invece arrivato Garrett Temple, nome d’esperienza alla ricerca di rilancio e di una conferma a livello personale, che si giocherà un posto nel roster futuro dei Bulls.
Poco da chiedere, dunque, al campionato 2020/2021. I Bulls sperano di poter avere conferme da Zach LaVine dopo l’exploit da 25 punti e passa di media della scorsa stagione. LaVine si candida ad essere il leader della squadra, forte di un atletismo e di una spregiudicatezza in fase di scelta di tiro davvero notevoli. Chiamato al rilancio Lauri Markkanen: il talentuoso finlandese ha vissuto una stagione interlocutoria, vedendo la sua media punti passare da 18.7 a 14.7. Può e deve essere una pietra angolare del futuro di Chicago. Tuttavia, è notizia delle ultime ore il mancato accordo sull’estensione contrattuale: il lungo sarà sul mercato nell’estate 2021. Con lui Coby White e Wendell Carter Jr, scelti negli ultimi Draft e destinati ad essere l’ossatura dei Bulls del futuro. Un altro anno di purgatorio prima di provare a ritornare grandi.