Dallas Mavericks
L’istantanea del canestro vincente di Luka Doncic in gara 4 al primo turno contro i Clippers è uno statement, una giocata manifesto. Dopo il premio di Rookie of The Year, il prodigio sloveno ha continuato inarrestabile la propria ascesa, culminata con l’inserimento nel primo quintetto All-NBA.
Il ritorno ai Playoff dopo tre anni di assenza è stato il punto di partenza del nuovo corso dei Dallas Mavericks. Al di là della sconfitta maturata al primo turno contro i Clippers, è indubbio che il battesimo in postseason contro una corazzata partita come credibile contender abbia aiutato il front office a mettere le cose nella giusta prospettiva.
La dirigenza dei texani ha calibrato attentamente ogni manovra, con un occhio di riguardo verso una flessibilità salariale da mantenere. In questa direzione va letta ad esempio la trade che ha portato Seth Curry a Philadelphia in cambio di Josh Richardson e scelte. Rispetto a Curry, Richardson offre maggiori garanzie nella difesa perimetrale e in marcatura sulle ali avversarie, ma non è altrettanto specialista nel punire da oltre l’arco dei tre punti. Per tale ragione, Dallas ha puntato al Draft su Josh Green e Tyler Terry, due dei migliori tiratori della classe Draft.
La partenza di Delon Wright direzione Detroit, trade a tre squadre che ha coinvolto anche OKC, è stata invece tamponata dalla conferma di Trey Burke a cifre assolutamente nella logica (triennale da 9 milioni di dollari con player-option sull’ultima stagione). Chiave per mantenere la profondità nel reparto lunghi anche la riconferma di Cauley-Stein (due anni a 8.5 milioni, team option sulla seconda annata). A chiudere la carrellata, due anni al minimo per Wes Iwundu dai Magic e il contratto romantico siglato con JJ Barea in segno di riconoscenza prima del taglio
Nel tentare di collocare i Mavs in un complesso scacchiere come quello delineatosi a Ovest, doveroso spendere alcune parole per la vera incognita che pesa sulla stagione di Dallas: le condizioni fisiche di Krisptaps Porzingis. Il lettone rappresenta il punto d’equilibrio della squadra nelle due metà campo, potenzialità da stretch four/five in attacco, intimidatore nei pressi del ferro. Salterà di certo le prime partite stagionali, ma c’è da augurarsi che riesca a reintegrarsi quanto prima al gruppo.
Nel decennale del secondo titolo nella storia della franchigia, i Dallas Mavericks possono davvero dare fastidio ai piani alti della Conference, lottando realisticamente per guadagnarsi il fattore campo in postseason.