Come riporta lo stesso proprietario della franchigia, all’età di 79 anni Donnie Walsh decide di allontanarsi dagli Indiana Pacers e dimettersi dal ruolo di consulente per il team.
https://twitter.com/Pacers/status/1344373337221427202?s=20
“Il basket è uno sport per giovani uomini, ed io purtroppo sto diventando troppo vecchio. Questo lavoro mi ha sempre richiesto uno sforzo notevole e i Pacers sono stati per anni il mio unico pensiero. Questa decisione mi permetterà di dedicarmi alla mia famiglia”
Queste le parole dello stesso Donnie Walsh, icona del basket in Indianapolis dopo le sue esperienze come general manager prima e presidente poi, ruolo che ricoprì dal 1988 fino al 2008.
Nei suoi giorni da general manager, le sue intuizioni da dirigente trasformarono la franchigia da mediocre squadra NBA a perenne contender nella eastern conference a cavallo degli anni ’90, anche grazie ad un fiuto notevole per i prospetti al draft.
Chuck Person, quarta scelta del 1986 che finì per vincere il premio Rookie of the Year, e Reggie Miller su tutti, selezionato l’anno successivo. Una scelta che portò in casa Pacers un futuro All-of-Famer, 5 volte NBA All-star e simbolo di quell’Indiana che sfiorò l’anello nella stagione 1999-2000, perso solo contro il mostruoso duo Shaquille O’Neal e Kobe Bryant. Prima ed unica finale per la franchigia.
“Grazie Donnie, ha rischiato molto puntando su di me, quando altri invece non ebbero il coraggio. Ho sempre apprezzato la nostra amicizia e i tuoi consigli in questi anni, spero che il tuo prossimo capitolo ti tolga le soddisfazioni che meriti”
Queste le riflessioni di Reggie Miller su Walsh, in questi ultimi anni consulente per la squadra.
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