I Milwaukee Bucks hanno iniziato la stagione con grande costanza ed efficacia dal perimetro, tirando da tre punti con una percentuale di realizzazione media del 43,9%. Proprio questa caratteristica della franchigia del Wisconsin deve aver indotto gli indecifrabili Detroit Pistons a privilegiare una difesa focalizzata sul perimetro, lasciando sguarnito il pitturato e sanguinando di fatto davanti ad uno squalo di nome Giannis Antetokounmpo.
Il greco ha segnato 30 dei suoi 43 punti totali nel solo primo tempo, sbagliando due soli tiri dal campo (12/14) e dimostrando un significativo miglioramento dalla lunetta (5/5). Nonostante la sua sovrannaturale commistione di fisico, velocità ed atletismo faccia sembrare il suo operato un qualcosa di semplice, lo stesso Antetokounmpo, nella canonica intervista post-partita, ha pregato gli appassionati di non banalizzare i risultati del suo gioco:
“Può sembrare facile segnare 43 punti, vista la mia fisicità e la loro parziale assenza in area, ma non lo è stato. Mi raddoppiavano, talvolta mi triplicavano, e non è mai facile scrollarsi tanti uomini di dosso. I Pistons hanno pensato certamente di arginarci sul perimetro, ma, dopo aver segnato i primi punti “facili” in area, sono stato chiamato al massimo sforzo per realizzare gli altri. Gioco ogni partita come se fosse l’ultima e non decido mai di monopolizzare il gioco. Negli anni sono migliorato molto nella lettura delle situazioni ed ora non perdo di vista l’evoluzione delle partite, consapevole di giocare per una squadra vera. Se un compagno è in giornata, si andrà naturalmente da lui. Oggi ero io ad essere caldo ed i miei compagni hanno saputo cavalcare l’onda.”
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