L’infortunio al pollice occorso alla sfortunato Marcus Smart ha privato i Boston Celtics della propria guardia titolare in prossimità della sfida contro i Toronto Raptors, consegnando di fatto minuti importanti a ragazzi validi, in cerca di un’occasione per mettersi in mostra. Tremont Waters, partito titolare, ha giocato ventiquattro minuti abbondanti di ottima solidità, mentre il suo cambio, Payton Pritchard, ha deciso letteralmente di esagerare: 23 punti, tirando con il 61,5% dal campo, ottoassist e +18 di valutazione in trentadue minuti di utilizzo.
Nonostante i 40 punti segnati da Jayson Tatum, ormai sempre meno una notizia, la rivelazione della serata è stata proprio il ragazzo da Oregon University, che ha acceso un’importante spia di fianco al suo nome, d’ora in poi difficilmente ignorato dagli appassionati. Il suo atteggiamento sicuro e soprattutto maturo, tipico di chi approda in NBA dopo aver frequentato quattro anni di università, ha convinto tutti a Boston e gli garantirà sempre più spazio in futuro.
L’ultimo rookie dei Celtics ad aver registrato tali statistiche nella primissima parte della stagione fu Larry Bird nel 1979, cosa che non è sfuggita a coach Brad Stevens nel post-partita:
“Record e blasone a parte, Payton si sta comportando in modo egregio. Il suo rendimento non mi sorprende, dal momento che si allena duramente ogni giorno. E’ un ragazzo attento ed umile. L’ho sempre impiegato con costanza nelle ultime partite, più per la sua affidabilità che non per la capacità balistica. Ieri, contro un’ottima difesa, ha trovato ritmo e si è imposto. Complimenti al ragazzo!”
Di seguito le parole di Grant Williams, giocatore al secondo anno da professionista, pur essendo più giovane di Pritchard:
“Payton non ha bisogno di nessun consiglio. E’ una matricola atipica, perché dà la sensazione di essere sempre sotto controllo. In partita fa sempre la scelta migliore: in difesa è davvero tenace, mentre in attacco coinvolge sempre i compagni, galvanizzandoli”.