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Risultati NBA, 39 di Lillard e Portland passa, i Mavs la spuntano all’OT contro i Nuggets e gli Spurs sbancano lo Staples

Doncic e Jokic danno vita alla sfida nella sfida con 38 punti a testa, mentre gli Spurs mostrano ancora una volta buon gioco, vincendo ad LA

(5-4) Brooklyn Nets 122-109 Philadelphia 76ers (7-2)

Battuta d’arresto per i Sixers che dopo una serie di ottimi risultati cadono contro i Brooklyn Nets, orfani di KD e Irving. Il gruppo di Steve Nash mette in mostra un ottimo gioco, obiettivo primario cercato dall’allenatore, e grazie a LeVert e Joe Harris porta a casa la vittoria.

Brooklyn si porta a casa un primo quarto a dire la verità molto combattuto, e solo con due punti di vantaggio. Tutto il quintetto gira piuttosto bene e a fare la sua figura è in particolare Jarrett Allen, che si conferma dopo l’ultima gara. Alla fine dell’incontro sarà doppia-doppia per lui da 11 rimbalzi presi e 15 punti. I Sixers provano a risalire, guidati da Tobias Harris e Joel Embiid, ma chiudono anche il secondo quarto sotto di 15 punti.

Le spaziature portate in campo dai Nets funzionano alla perfezione, e LeVert è sempre capace di trovare Joe Harris libero per la tripla da mettere a segno. Per Harris i punti diventano addirittura 28 alla fine dell’incontro, in 30 minuti giocati.

Nell’ultima frazione, “The Process” Joel Embiid le prova tutte per mantenere i suoi in partita, fa scrivere al tabellino 20 + 12 rimbalzi, segnando anche alcune triple, ma non sono abbastanza. I Nets la spuntano anche senza i loro giocatori migliori, e portano a casa una vittoria molto importante sia per il risultato stesso, che per il morale.

(2-6) Memphis Grizzlies 90-94 Cleveland Cavaliers (5-4)

I Cavaliers porta a casa un’altra vittoria nonostante sia priva del suo backcourt titolare, formato da Sexton e Garland. In assenza della coppia rinominata dalle parti di Cleveland “Sexland”, è Andre Drummond a mettersi sulle spalle la squadra e a portarla al trionfo.

Memphis parte meglio e si aggiudica il primo quarto, seppure con assenze illustri in squadra come Ja Morant ancora ai box e Jaren Jackson; a salire in cattedra è per i Grizzlies, Jonas Valaciunas che segna 17 punti e prende 10 rimbalzi per chiudere in doppia doppia.

La partita è molto equilibrata, ma il risultato rimane stabile e non ci sono grandi emozioni o ribaltamenti di fronte fino al terzo quarto, in cui le due compagini aumentano i giri del motore. Larry Nance Jr, e Cedi Osman combinano 34 punti assieme e sembrano decidere la gara per i Cavs, ma Memphis torna in controllo del risultato nell’ultimo quarto grazie ai punti di Brandon Clarke.

L’episodio decisivo avviene a 2.32 dal termine, con Osman che mette a segno una tripla decisiva sull’88 pari, che porta i suoi a prendere il vantaggio che deciderà l’incontro. Sul ribaltamento di fronte viene chiamato fallo su una stoppata in inseguimento di Okoro; il fallo verrà poi negato grazie al replay visto dagli arbitri, e titoli di coda per la partita, che va ai Cavs.

(4-4) Portland Trail Blazers 135-117 Minnesota Timberwolves (2-6)

I Trail Blazers rispondono con una vittoria alle accuse di Kendrick Perkins contro l’allenatore Terry Stotts. La squadra guidata da Damian Lillard si aggiudica senza molte difficoltà l’incontro, prendendosi parecchio vantaggio nella prima parte di gioco. Ancora male i Timberwolves, nonostante la migliore prestazione della stagione della prima scelta al Draft, Anthony Edwards.

Portland parte molto forte, e approfitta della poca attenzione messa in campo dai T-Wolves per aumentare velocemente il vantaggio. Emblematico a 4.40 dall’inizio dell’incontro la palla regalata da una rimessa in attacco a Lillard che ha tutto il tempo di rubare, andare a canestro e concludere.  Il secondo quarto è super per i ragazzi di Stotts; sono ben 47 i punti segnati, con una precisione chirurgica, che li vede concludere 18 tiri su 24 a canestro.

Minnesota esce dalla partita e non ne ha più, Lillard sale in cattedra ed è decisamente inarrestabile. Segna tanto, 39 punti, ma smista la palla ed è il metronomo dei suoi, come in occasione del passaggio schiacciato per una bella schiacciata di Nurkic. Il centro ne mette 17, mentre McCollum ne segna 20, quanto basta per abbattere definitivamente gli avversari.

Non servono a nulla i 26 punti di Anthony Edwards e di Russell, perché la difesa della squadra fa acqua da tutte le parti e lascia all’avversario più del 50% dal campo. Senza Karl-Anthony Towns, i Timberwolves non riescono ancora a trovare la quadra per vincere.

(3-5) Denver Nuggets 117-124 OT Dallas Mavericks (4-4)

La sfida tra Nuggets e Mavericks è la più bella della scorsa serata NBA, e viene risolta solamente all’overtime, dopo una grande sfida nella sfida tra i due uomini simbolo delle franchigie, Jokic e Doncic.

Che la partita sia pronta a regalare emozioni, lo si capisce dal primo quarto, in cui da una rimessa Murray scambia con Jokic e va a concludere una tripla dopo arresto dal palleggio, poco dopo il logo. Il giocatore in maglia #27 porta i suoi sopra di 6 punti e gioca una buonissima partita. 9 assist e 21 punti messi a segno, parecchi errori giustificati però dalla scelta del coach di farlo giocare ben 46 minuti, il più alto minutaggio tra i Nuggets.

A darsi battaglia sono però le due stelle della serata. Doncic come al solito guida i suoi quasi da solo, mette a segno 38 punti, con 13 rimbalzi presi e 9 assist, sfiorando la tripla doppia per un soffio. Dall’altra parte del campo, anche Jokic ne segna 38, con 11 rimbalzi e 4 assist, ampiamente sotto la sua media per quanto dimostrato in questo inizio di stagione.

La partita viene decisa all’overtime dopo che i Mavericks vanno vicinissimo a vincerla a due secondi e mezzo dalla fine con la tripla di Maxi Kleber. Jokic non ci sta e porta il risultato sul 109-109, proprio sul suono della sirena. All’overtime Doncic e Richardson si dividono i compiti e ne segnano 11 assieme per portare la vittoria a casa.

(6-3) Los Angeles Lakers 109–118 San Antonio Spurs (4-4)

Dopo due sconfitte patite in casa, gli Spurs riescono a spuntarla allo Staples Center e a prendersi la quarta vittoria stagionale, nonché terza ottenuta proprio lontane dalle mura amiche. La squadra di Pop mette in mostra un bel gioco corale, che fa valere le capacità di tutto il quintetto e brilla nonostante non ci siano giocatori dominanti nella squadra titolare.

Per i Lakers sono i soliti due a farla da padrone, Anthony Davis e LeBron James; le due stelle di LA però, sbagliano più del solito, così come l’intera squadra che segna solo 10 triple sulle trenta tentate, ed è poco precisa dalla lunetta. AD ci prova dall’inizio della gara a trainare i suoi, con un ottimo spin e schiacciata che sembra promettere bene. A fine partita saranno 23 punti e 10 rimbalzi, forse il migliore dei suoi per rapporto tra tiri tentati e messi a segno.

LeBron ne segna 27 con 12 assist distribuiti all’interno della partita, tutto bene se non fosse per i troppi errori dei losangelini. Sono cinici e puniscono invece gli Spurs, capaci di mandare a segno da dietro l’arco addirittura LaMarcus Aldridge nel terzo quarto. Il giocatore in maglia #12 ne manda giù 28 e guida i suoi nel punteggio. Gli altri Spurs distribuiscono bene tiri e punti, e infatti sono 28 gli assist totali della squadra.

In uscita dalla panchina il migliore è Rudy Gay, autore di 15 punti che danno una bella mano ai suoi, e aiutano San Antonio a vincere la partita sul 118-109.

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