Per alcune settimane James Harden è stato il centro del mondo. L’otto volte All-Star è stato protagonista di diverse polemiche, alcune sensate a causa della sua presenza a feste con molta gente e senza protezioni anti-Covid, altre rimaste tra il cielo e la terra circa il suo desiderio di approdare in un’altra franchigia. Alla fine, il numero 13 è rimasto in Texas. Magari le loro strade si separeranno comunque, ma non in modo traumatico come sembrava poter accadere pochi mesi fa.
James Harden si sta riprendendo piano piano la sua squadra, quella squadra con cui è stato per molti anni ai vertici dell’Olimpo. In questa stagione appena cominciata, il classe ’89 ha disputato sei partite con una media di 27 punti, 4.7 rimbalzi e 11.3 assist e nella partita di stanotte è stato, come sempre, decisivo. Il Barba ha contribuito con 15 punti, cinque rimbalzi e 13 assist nella vittoria per 132 a 90 contro gli Orlando Magic. Dunque tutto sembra andare per il meglio, come testimoniato anche dalle parole di coach Stephen Silas:
“Harden sta facendo tutto quello di cui ho bisogno da lui. Gioca con la palla, senza palla, in difesa.”
E quando sente domandarsi se non stia giocando con sufficienza, risponde così:
“Non è quello che vedo io, non da parte sua e non da parte della squadra.”
Gli Houston Rockets si trovano momentaneamente al dodicesimo posto della Western Conference con tre vittorie e quattro sconfitte. La cosa più importante, però, è che le nuvole di tempesta sulla testa di James Harden sembrano allontanarsi un po’ di più.
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