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NBA, Joel Embiid: “Io simulo? No, sono solo più intelligente degli altri”

Il lungo è spesso accusato di flop in campo

Sembra essere una stagione positiva per i Sixers, primi ad Est, ma soprattutto per Joel Embiid. Il pivot camerunense, infatti, sta giocando con qualità, mostrandosi spesso all’altezza della situazione e, per alcuni addetti ai lavori, con chiari numeri da MVP. Nell’ultimo appuntamento di Phila contro Minnesota, Embiid ha messo a referto 37 punti (10/19 dal campo di cui 1/2 da 3 punti), 11 rimbalzi, tre assist e una palla rubata in soli 27 minuti. Qualcosa di irreale.

Nel solo secondo tempo, il lungo ha segnato ben 21 punti grazie anche a 12 viaggi dalla linea della carità. I T’wolves hanno sofferto particolarmente la presenza fisica del classe 1994, dovendo fare i conti con le assenze anche di Karl-Anthony Towns e Naz Reid. A fine partita Embiid ha commentato in questa maniera la vittoria:

“Dobbiamo continuare a premere l’acceleratore, sempre, per vincere queste partite. Ogni vittoria di questo tipo ci farà bene, anche guardando dove vorremo essere in futuro. È importante se non devo giocare sempre più di 30 minuti. I falli subiti? Molte persone dicono che simulo sempre, ma per me è solo questione di essere più intelligente dell’avversario. C’è bisogno di un alto QI cestistico per prevalere sull’avversario. Segnare dai liberi è un metodo efficace per ottenere punti facili, senza dover lottare contro il difensore. Credo di aver fatto un buon lavoro sotto questo punto di vista.”

Dall’inizio della stagione, Joel viaggia a 11.3 tiri liberi tentati a partita, con una percentuale di realizzazione vicina all’84%. A differenza di alcuni pivot che hanno nei liberi un chiaro punto debole, con Embiid tale strategia non funziona:

“Diventa sempre più difficile difendere contro di me, perché se provi a fermarmi in qualche modo io mi prenderò il fallo. Se invece l’avversario sceglie di difendere senza mettere le mani, allora posso spingerti dentro e schiacciarti in faccia o tirare più facilmente. Quindi il difensore deve scegliere tra queste due cose. E io continuerò a fare quello che mi riesce bene, ossia segnare.”

 

 

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