In attesa di capire quando la nuova stagione WNBA prenderà il via, non ci siamo fatti perdere l’opportunità di intervistare una delle principali protagoniste della scorsa annata con la canotta delle Las Vegas Aces, compagine approdata fino alle Finals prima di cedere di fronte a Seattle. Stiamo parlando di A’ja Wilson, ossia dell’WNBA MVP 2020. La nativa di Hopkins (Carolina del Sud), è chiaramente una delle atlete più in vista della lega americana femminile e uno dei volti noti all’interno della scuderia Nike.
La Wilson collabora con il famoso brand d’abbigliamento sportivo da ormai diverso tempo e lavora a stretto contatto con Nike per tutte le sue nuove produzioni. L’ultima, in ordine cronologico, è quella relativa all’uscita della scarpa da basket Nike Cosmic Unity, ossia l’unico footwear costituito per almeno il 25% del suo peso di materiali di riciclo, con un mix di materiali parzialmente riciclati e nuovi componenti creati per offrire un alto livello di prestazione sul parquet.
Dalla panchina durante la prima stagione in NCAA, fino alla vittoria del titolo MVP nella tua ultima annata in WNBA. Sei un esempio per tutti gli atleti che sognano in grande. Hai una spiegazione su come sei arrivata fino a questo punto? È questione di mentalità o c’è qualcosa di più nel lungo processo per diventare una superstar?
Avevo 16 anni quando ho capito che forse avrei potuto giocare al college. Poi al college, ho capito che avrei potuto fare del basket il mio lavoro ed è durante quel periodo che ho capito di essermi innamorata del gioco. È diventata la mia passione più grande. Alla fine, si tratta solo di ricordarti da dove vieni, chi ti ha sempre supportato e chi ti spinge ad essere migliore una persona migliore. Mi sento fortunata a fare ciò che amo ogni giorno e cerco di divertirmi sempre, perché questo è un sogno che si è avverato. Il mio obiettivo personale? Per me è sempre quello di essere migliore dell’anno prima e questo significa impegnarmi e dedicare tempo per preparare mentalmente il mio corpo e la mia mente ad ogni nuova stagione.
Il gioco si evolve di anno in anno. Nella NBA abbiamo visto le rivoluzioni nel gioco apportate da giocatori come Curry & Harden. In WNBA, invece, come si sta evolvendo?
La più grande evoluzione che ho potuto vedere in WNBA è chiaramente il basket senza più posizioni fisse: il lungo può fare quello che vuole, è in grado di fare tutto. Parlo soprattutto da un punto di vista di livello di stazza in rapporto al grado di skill e abilità che ora hanno. È qualcosa di irreale. Tutto questo mi ha sicuramente migliorata come giocatrice, spingendomi ad elevare il mio gioco in entrambi i lati del campo.
Cos’è per te l’innovazione e come può un giocatore professionista avvicinarsi a una nuova innovazione tecnologica o di materiale dietro ad una scarpa o canotta? Qual è il rapporto di collaborazione che nasce tra un giocatore e il brand?
Onestamente non vedevo l’ora del lancio di Cosmic Unity perché Nike non sta solo cercando di innovare per proteggere il pianeta con le sue nuove uscite, ma – allo stesso tempo – continua ad assicurare il giusto livello di qualità e prestazioni agli atleti per consentirci di giocare al nostro meglio. Quello che cerco ogni volta, quando Nike mi porta una nuova scarpa, è chiaramente qualcosa di confortevole e calzante: deve poter essere una scarpa leggera e reattiva, dandomi il controllo di cui ho bisogno quando sono in campo.
A proposito della nuova Cosmic Unity Collection, quanto è importante per te indossare scarpe realizzate con materiali di riciclo, anche in termini di messaggi sociali che si possono lanciare?
Quando ho scoperto che Nike stava progettando una nuova scarpa da basket con il tema della sostenibilità come obiettivo finale, sapevo che sarebbe stato qualcosa che avrebbe accolto il favore di tutti gli atleti. L’azione contro il cambiamento climatico è qualcosa di importante per me e vorrei dire a tutti i giovani giocatori di basket come le Cosmic Unity rappresentino il meglio guardando alla salvaguardia del nostro pianeta. Come atleti, ci preoccupiamo di molte cose – cosa mangiamo, come ci alleniamo, quanto dormiamo – ma questo è chiaramente un tema molto più grande: possiamo indossare qualcosa che riduce al minimo l’impatto sul nostro pianeta in modo da poter continuare a giocare a basket. Si tratta di qualcosa di diverso dal solito.
La nuova stagione dovrebbe iniziare tra qualche mese. Qual è il tuo obiettivo, sia come giocatrice sia dal punto di vista sociale, fuori dal campo. E qual è la tua opinione sul tema della sostenibilità?
Dopo essere arrivate così vicine alla conquista dello scorso campionato, è chiaro che i nostri occhi sono puntati alla vittoria del titolo e sul fare ciò che dobbiamo fare individualmente e come squadra per vincere. Questo è il mio obiettivo. Sono anche entusiasta di poter scendere in campo con le mie Cosmic Unity in questa stagione perché non solo mi permetteranno di esibirmi ai massimi livelli, ma fanno bene al pianeta e porta il tema della sostenibilità al centro, il che è qualcosa di davvero importante per me. Peraltro, sono impegnata all’interno del ‘WNBA Social Justice Council’ e non vedo l’ora di portare avanti ogni aspetto d’interesse sociale anche in questa nuova annata, continuando il lavoro già avviato durante il nostro periodo nella bolla della scorsa stagione.
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