Un giorno dopo che Mark Cuban aveva confermato ad ESPN che i suoi Dallas Mavericks non avrebbero più suonato l’inno nazionale statunitense il proprietario della franchigia texana è tornato sui propri passi. A motivare questa decisione è stata la dichiarazione rilasciata da Mike Bass, capo della comunicazione della lega, che ha detto:
“Con le squadre NBA che si stanno preparando a riaccogliere i tifosi nelle proprie arene, tutte le franchigie dovranno suonare l’inno nazionale, come previsto nel regolamento della lega”
La lega ha rilasciato questa dichiarazione dopo la scelta dei Mavs di non suonare l’inno prima delle partite casalinghe. All’American Airlines Center non era risuonato l’inno nelle prime tredici partite tra preseason e regular season per la decisione del proprietario Cuban. Ma il miliardario è ritornato sulla propria scelta, e attraverso i canali ufficiali della squadra ha detto:
” Noi rispettiamo e abbiamo sempre rispettato la passione che ha il nostro popolo per l’inno e per la nazione. Ma noi non possiamo ignorare anche l’opinione di coloro che non si sentono rappresentati dallo stesso inno. Pensiamo che le loro voci debbano essere ascoltate, perché finora non è stato così. Ora che torneremo a suonare l’inno, possiamo solo sperare che quelli che ascoltato con passione l’inno mostrino lo stesso ardore anche nell’ascoltare quelli che la pensano in modo diverso”
Secondo il regolamento della NBA l’inno è obbligatorio a inizio partita, e i giocatori dovrebbero ascoltarlo in piedi. Ma dopo le proteste di quest’estate questa regola non è stata praticamente mai applicata, e lo stesso Cuban aveva appoggiato i giocatori dei Mavs nelle manifestazioni di inginocchiamento.
I Mavs ricominceranno a suonare l’inno nazionale nella partita contro gli Atlanta Hawks di stanotte. Lunedì per la prima volta ad assistere i propri beniamini di Dallas c’erano degli spettatori. Erano 1500 lavoratori già vaccinati e pronti a tornare ad assistere i tifosi all’American Airlines Arena.
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