Dopo aver saltato l’ultima partita contro gli Charlotte Hornets, Stephen Curry non ha perso tempo contro i New York Knicks. Il playmaker ha infatti messo a referto 37 punti, trascinando la sua squadra alla vittoria contro la miglior difesa della lega.
Coach Steve Kerr ha ovviamente riconosciuto i meriti di Curry nell’intervista postpartita, mostrandosi fiducioso dello stato di salute della sua superstar:
Steph è stato magnifico. Veramente incredibile. Si è mosso molto bene, ovviamente non si sono visti gli effetti della malattia della scorsa serata. Si è mosso bene dall’inizio. New York è un’ottima squadra difensivamente. Sono grandi e fisici e rendono le cose difficili, ma Steph ha trovato un modo per segnare. Non è stato facile, ma ha trovato un modo, segnando alcuni tiri decisivi e creando offensivamente per noi.
Lo stesso Curry ha poi discusso della sua condizione, condividendo alcuni dettagli sulla sua decisione di non giocare la scorsa partita:
Ho cercato di essere in grado di giocare fino all’ultimo. Semplicemente, mi girava la testa e mi sembrava che la stanza si muovesse un po’, quindi ho pensato che non fosse intelligente espormi e rischiare di peggiorare la situazione. [Io e lo staff] abbiamo parlato durante tutto il prepartita, cercando di prendere la decisione giusta sull’incontro. È stata una scelta difficile, ma giusta.
[…] Spero sia stato soltanto un caso, in cui non ho potuto giocare per diverse ragioni. È stata la cosa giusta da fare. Negli ultimi due giorni sono riuscito a riprendermi bene. Fortunatamente, ho avuto tempo di allenarmi ieri e ciò mi ha dato la sicurezza di poter giocare ad alti livelli questa sera. Saltare una partita è stato brutto, soprattutto considerando che pensavo di essere in grado di giocare fino all’ultimo secondo.
[Vincere] è stato un bel modo di ritrovarci come squadra, ed è stato bello poter riavere Loon[ey] e Wiseman nella rotazione.
Il playmaker di Golden State ha infine detto la sua sulla presenza dei tifosi al Madison Square Garden (anche se in numero ridotto):
È stato fantastico. Non so quanti fan ci fossero, ma si è sicuramente sentita un’atmosfera diversa. […] Io e Draymond [Green] ne abbiamo parlato: non c’è niente di meglio che silenziare il pubblico avversario, che sia di 19000 o 2500 persone, o qualunque altro numero. Di conseguenza, è stata una bella esperienza considerando che non ci sono state molte arene con dei tifosi.
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