Dopo l’ultima disavventura vissuta dagli Utah Jazz, costretti all’atterraggio d’emergenza qualche giorno fa dopo aver colpito uno stormo di uccelli che messo KO un motore, Donovan Mitchell è tornato a parlare chiarendo il motivo per cui non ha preso parte al match contro Memphis. La verità è che il giocatore non ha avuto la forza di prendere un nuovo charter destinazione Tennessee, proprio 10 minuti dopo il fattaccio – a differenza della squadra intera.
Mitchell, il quale è rientrato in campo nella nottata di ieri contro i Chicago Bulls, ha quindi commentato in questo modo quanto successo:
“So bene cosa richiede il mio lavoro. Capisco che prendere un aereo fa parte dei miei compiti, ho solo avuto bisogno di ritagliarmi un po’ di tempo per metabolizzare. Andrà tutto bene quando domani saremo in aeroporto e partiremo per il Texas. Ci sono alcune paure con cui bisogna convivere che alle volte diventano più grandi della pallacanestro e quello era il giusto modo per me di affrontarle. Ognuno ha le sue debolezze: la mia è quella di avere paura dell’aereo”.
“Sanno quali sono le mie difficoltà, le rispettano e ho apprezzato la loro vicinanza. È stata una situazione complicata per tutti. Questo non vuol dire che non salirò più su un aereo: dovevo calmarmi, l’ho fatto e tutto andrà bene – almeno spero – per il resto della stagione”
Come detto, l’aereo era appena decollato in direzione Memphis, quando uno dei motori è andato fuori uso a causa del cosiddetto “bird strike”:
“Ho sentito il botto, mi sono subito spaventato perché non sono mai a mio agio in volo, ma quella roba, quel rumore non lasciava presagire nulla di buono.”
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