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Curiosità

Le mirabolanti avventure di J.R. Smith

O di come J.R. Smith ha rischiato più volte di rovinarsi la carriera: una classifica dei suoi otto episodi più controversi. A tre anni da quel possesso sciagurato di Gara 1 NBA Finals 2018 [dal nostro archivio]

3. Il lancio della zuppa

A quale J.R. appartiene l’episodio: J.R. Smith Distruttivo

Livello pericolosità: medio/alto

Livello irrazionalità: decisamente alto

Livello spacconeria: basso

Immaginate di essere J.R. Smith e di trovarvi ad un allenamento con la vostra squadra. Immaginate anche che nel bel mezzo di un esercizio vi mettiate a discutere pesantemente con un assistente allenatore di una questione di poco conto, e che a un certo punto perdiate le staffe. Immediatamente pensate di voler lanciargli qualcosa addosso, talmente è grande la vostra rabbia. Cosa potrebbe essere? Ricordate che siete J.R. Smith, uno a cui evidentemente piace lanciare le cose, e che le questioni di poco conto in realtà potrebbero essere quelle che vi fanno arrabbiare di più.

Potreste lanciargli una palla da basket in faccia o, più semplicemente, la prima cosa che vi capiti a tiro. Ecco, l’ex Cavs ha agito esattamente in questo modo dopo un diverbio con Damon Jones nel marzo 2018, lanciandogli addosso una ciotola di zuppa, da una pentola dalla quale si stava servendo. Una cosa del tutto irrazionale, ma comunque non così pericolosa da minare il futuro della propria carriera: Smith venne poi sospeso per una sola partita. Certo che se al posto di Jones ci fosse stato un capo allenatore, forse l’atleta avrebbe rischiato qualcosa di più.

In ogni caso, riportiamo di seguito il racconto dello stesso Damon Jones, così dettagliato da rendere l’idea di quanto il giocatore se la fosse presa per questa storia.

“Per molto tempo mi sono rifiutato di parlare dell’incidente della zuppa. Adesso è ok perché sono andato avanti. Io e JR ne abbiamo parlato e lui si è scusato. Ma è stata la scodella e in più la zuppa. Ed era la prima scodella di zuppa presa dalla pentola, quindi era bollente come l’inferno.

Finì dappertutto. Ero in piedi e mi colpì sulla spalla, sul braccio, ovunque. Colpì il muro. Era un casino… Tutto quello che ricordo era che la zuppa era sul mio braccio e che bruciava come l’inferno.

Non ci siamo parlati per quasi tre mesi. Non una sola parola. Poi ricordo che una notte dopo un back-to-back eravamo a Philadelphia. Abbiamo parlato, e mi ha detto ‘Sai cosa? I fratelli hanno dei problemi. Mi dispiace, scusami. Andiamo avanti’ “.

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