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NBA Religion Awards: il riassunto dei Playoff 2020-21

Le giocate più importanti, le delusioni e le certezze di una lunga e imprevedibile postseason

 

Il giocatore che ha più deluso: Ben Simmons

La performance peggiore di questi Playoff 2020-21 se l’aggiudica purtroppo l’All-Star dei Sixers, caduto vittima delle sue stesse insicurezze. Si, perché è vero che anche i più grandi giocatori possono avere dei punti deboli, ma sta ai veri campioni affrontarli e provare a superarli. E Ben Simmons questi punti deboli li ha evitati in modo troppo evidente.

Tralasciando la serie contro i Washington Wizards – troppo poco talentuoso il roster intorno a Russell Westbrook e Bradley Beal –, tutta la pressione di questo mondo è caduta sulle spalle del giovane australiano quando lui e i suoi compagni Sixers si sono accorti che quella degli Atlanta Hawks non era soltanto una scampagnata velleitaria al Playoff. E più si andava avanti nella serie, più i limiti di Simmons venivano ingigantiti: la sua pressoché totale inefficacia fuori dal pitturato si è trasformata in assoluta maledizione per Philadelphia quando, oltre al non voler affidarsi ai tiri dalla media, Simmons ha cominciato anche a evitare le penetrazioni al ferro per non incappare in tiri liberi.

Gli appena 6.4 tiri presi a partita di media nella serie sono la spietata testimonianza di un giocatore che non voleva ritrovarsi la palla in mano se non per passarla ai compagni. Emblematica in questo senso la schiacciata mancata, senza difesa alcuna, in Gara 7 contro Atlanta, diventata con grande immaginazione un improbabile scarico a Matisse Thybulle.

Simmons chiuderà la serie contro gli Hawks con 9.9 punti, 6.3 rimbalzi e 8.9 assist a partita. Troppo poco, soprattutto vista l’imprecisione ai tiri liberi (33.3%).

La menzione di Ben Simmons come giocatore che più ha deluso in questi Playoff non vuole meramente sottolineare la mancanza di un giocatore in un determinato fondamentale. Anche Antetokounmpo ha mostrato tutte le sue difficoltà dalla linea della carità durante la postseason; la differenza è che nemmeno il più goffo degli airball o l’assurdo countdown dei tifosi Suns lo hanno mai spaventato o distratto da ciò che meglio sa fare: mettere la palla nel canestro.

E il 17 su 19 ai liberi nella decisiva Gara 6 lo ha dimostrato.

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