Oggi, a Los Angeles è ufficialmente il Kobe Bryant Day (24/8). Una giornata speciale per ricordare la leggenda dei LA Lakers scomparsa tragicamente nel gennaio 2020. Per onorare il suo nome, Gary Vitty – ex preparatore atletico dei gialloviola – ha parlato del suo rapporto con lo stesso Kobe, raccontando come la sua figura sia stata fondamentale:
“Kobe aveva talento, ma non era il ragazzo più talentuoso in NBA. Ve lo dico io che li ho visti passare praticamente tutti: non c’è niente di veramente speciale in Kobe. C’erano altri giocatori che avevano più talento di lui. Quindi cosa c’era in lui rispetto ad altri giocatori più talentuosi che finivano la carriera con 0 anelli mentre lui ne possedeva cinque? Torniamo al discorso del talento. Kobe mi ha insegnato che il talento è la cosa più sopravvalutata della vita. Quello che conta è quello che fai con il tuo talento. E questo è quello che Kobe ha fatto. Non solo ha lavorato più duramente di chiunque altro, ma ha anche lavorato in modo più intelligente di chiunque altro. Era intellettualmente brillante nel suo lavoro”.
Vitty ha anche condiviso un divertente aneddoto sull’ex numero 24. All’intervallo, i giocatori si prendevano una breve pausa dalla partita controllare messaggi o e-mail sul proprio cellulare e, quindi, disconnettendosi dal gara stessa. Dall’altra parte, invece, Kobe usava quel tempo per guardare i filmati della prima metà di gara per vedere come adattare il suo gioco e avere più successo nella seconda metà.
“Quando arrivavamo all’intervallo, i giocatori prendevano i loro telefoni e guardavano tweet, messaggi ed e-mail, Kobe era in sala allenamento con un laptop a guardare i video più importanti del primo tempo per vedere come poteva migliorarsi nel secondo. E poi era un duro. Non voleva sentir nominare la parola can’t.”
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