Gilbert Arenas
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Quella di Gilbert Arenas è una delle storie più assurde dell’intera NBA. Da giocatore che pareva non avere speranze al piano superiore (gli addetti ai lavori del college predissero che non avrebbe giocato nemmeno un minuto in NBA; Arenas ne trarrà ispirazione per scegliere il suo numero di maglia e registrare uno dei più emozionanti spot targati Adidas), nel giro di pochissimo tempo arrivò a disputare l’All-Star Game.
Un giocatore dall’enorme carisma, che tra il 2005 e il 2007 fu una presenza fissa all’All-Star Game, e la stagione 2005-06, da 29.3 punti di media, ne è la giustificazione più ovvia. Dopo un exploit così rapido però, nel momento più alto della sua carriera, Arenas prima subì una serie di infortuni che lo limitò a 15 apparizioni in due stagioni, poi, nel 2010, la sospensione che pose praticamente la parola fine alla sua carriera. Alla vigilia di Natale del 2009 infatti, Arenas e il suo compagno di squadra Javaris Crittenton iniziarono a discutere animatamente riguardo ad alcuni debiti di gioco. Invece di risolvere la questione a parole, estrassero le armi che avevano riposto nei rispettivi armadietti.
Nessuno venne ferito, ma il fatto fu molto grave, perché violarono il divieto di introdurre armi in un luogo pubblico, una legge fondamentale della NBA oltre che dello stesso stato di Washington D.C.; entrambi vennero così sospesi da David Stern per il resto della stagione. Arenas tornò in campo l’annata successiva, sebbene non ai livelli precedenti (mentre Crittenton imboccò la triste strada della criminalità):nella stagione 2010-11 i punti di media diventarono 10.8, mentre quella dopo solamente 4.2. Ad appena 30 anni Arenas lasciò così il mondo NBA, con tre apparizioni all’All-Star Game e un sacco di domande irrisolte su quello che sarebbe potuto accadere se a quella vigilia le cose fossero andate diversamente.
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