Circa dieci anni fa, Joakim Noah – quando giocava per i Bulls – attirò l’ira di tutto l’Ohio dicendo che la città di Cleveland era deprimente:
“Non ho mai sentito nessuno dire: ‘Vado a Cleveland per le vacanze'”
Ovviamente, i tifosi dei Cavs non hanno ancora dimenticato la curiosa uscita dell’ex NBA. In una recente intervista rilasciata al podcast di The Players Tribune, il giocatore ha raccontato di dover ancora affrontare le conseguenze di quanto detto:
“Ero a Città del Messico la scorsa settimana, ero nella vecchia casa di Pablo Escobar che hanno trasformato in un hotel, e stavo riposando. Un ragazzo mi vede, viene da me e dice: “Ehi, sei Steven Adams ?” “No, amico.” “Sembri Steven Adams .” “No non è vero.”. E lì mi ha detto: “Sono di Cleveland!” Ah ok, ho capito tutto. Il tipo stava cercando di rompermi le scatole per il fatto di Cleveland. Quindi gli rispondo: “Amico, sono passati dieci anni! Basta” La gente è pazza”.
Joakim Noah parla di LeBron James
Poi, l’attenzione dell’ex lungo è andata sul parquet, quando con la maglia di Chicago ha incrociato spesso e volentieri la strada del nativo di Akron:
“LeBron è un grande giocatore. E voglio che tutti sappiano che quando avevamo l’occasione di giocare contro di lui, sapevamo che non sarebbe stata una festa di amicizia e amore reciproco. È competizione, non è sempre bello, ma è questo che piace alla gente. A volte gli scontri sono duri e questo è ciò che rende lo sport così competitivo. Spesso mi hanno accusato di odiare i giocatori, invece no, io ero solo concentrato nel vincere. Questo era tutto ciò che mi interessava. Ogni volta che giocavamo contro gli Heat o contro Cleveland, contro ogni squadra in cui c’era LeBron, era guerra. Questi erano i tipi di match che segnavamo sul nostro calendario.”
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