Chris Webber ce l’ha fatta. Nella nottata di ieri al Naismith Memorial alcuni dei più grandi nomi della storia del gioco sono stati introdotti nella Basketball Hall of Fame. A ricevere il riconoscimento più importante della pallacanestro anche C-Webb, lui che per diverse occasioni ha dovuto respinta la candidatura.
5 volte NBA All-Star, 5 volte selezioni all’All NBA Team, Rookie dell’anno nel 1994. Membro inoltre degli iconici Fab Five all’università del Michigan, capaci di conquistare il titolo NCAA, una della squadra più forti del panorama collegiale di sempre. Componente chiave anche di quei Sacramento Kings che nei primi anni ’00 hanno dettato le gerarchie ad Ovest.
Nella nottata di ieri, tutti questi riconoscimenti e traguardi sono sfociati nell’introduzione all’HoF, che lo stesso Chris Webber ha culminato con un sentito discorso.
Su Isiah Thomas
“Isiah è il mio angelo custode. Pochi conoscono questa cosa, ma io e mio fratello eravamo grandi fan di Isiah da piccoli. Avevo 16 anni e Isiah telefona a casa mia e chiede ai miei genitori di poter passare da noi. Arriva da noi, nel nostro quartiere. Io avevo avvisato tutti che sarebbe arrivato, ma lui si presenta disponibile e paziente, e dopo aver parlato coi miei genitori, mi prende da parte. Mi ha detto che sapeva bene cosa stavo affrontando, di non preoccuparmi. Con parole gentili. Mi disse che mai avessi avuto bisogno di qualcosa, ci sarebbe stato. Per denaro, consigli, qualsiasi cosa. Mi disse che dovevo concentrarmi sull’obiettivo a lungo termine, non su quello che avevo in quel momento né ai giornalisti né ad altro. Mi disse che noi siamo molto più che giocatori di basket. Usò il noi. Questa cosa mi diede fiducia, coraggio, la convinzione che ciò che stavo facendo fosse legittimo. Mi ha protetto. Lo ha sempre fatto.
Su Charles Barkley
“Grazie al mio compagno Charles Barkley. È un onore che sia tu ad introdurmi all’Hall of Fame. Hai cambiato il modo di giocare a questo sport e mi hai mostrato più volte che strada prendere nella vita. La prima volta che ci siamo incontrati ero al liceo. Studiavo il tuo gioco, sapevo che eri diverso, avevi qualcosa in più. Ti sei complimentato con me e mi hai incoraggiato. E lì ho pensato ‘Hey, forse posso fare davvero ciò che il mio giocatore preferito ha detto sono capace di fare’
Voglio inoltre ringraziarti a nome di tutti i giocatori per quello che sei riuscito a raggiungere nella tua vita dopo il basket. È 30 anni che continuo a vivere nella pallacanestro senza mai averla lasciata. E la ragione sei tu. Ci hai indicato la strada anche per noi ex giocatori in TV: sii te stesso, sii onesto sempre, qualsiasi cosa accada. Oggi voglio ridarti questo dono e ringraziarti. Hai fatto tanto, per tanti”
Il discorso non finisce qui. Chris Webber ha ovviamente ringraziato caldamente la propria famiglia, mamma Doris e papà Mayce, oltre che tutti i compagni con i quali ha giocato e raggiunto il successo che lo hanno portato alla HoF. Dai compagni a Michigan State, ai ragazzi di Detroit fino alla sua città adottiva, Sacramento.