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Central Division

NBA Season Preview: Central Division

Detroit e Cleveland per sviluppare i propri talenti. Chicago e Indiana per tornare grandi. Milwaukee per dimostrare che sono ancora loro i più forti. Scopriamo gli equilibri della Central Division.

Chicago Bulls

Una delle sessioni di mercato più interessanti di questa off season l’hanno senza dubbio condotta i Chicago Bulls.

Ci sono stati molti movimenti in Illinois, quindi urge fare un recap: dopo aver mancato i Playoff per il quarto anno consecutivo, i Bulls hanno deciso di andare All-In e buttare tutte le fiches sul piatto con le acquisizioni di Alex Caruso ($37 milioni in 4 anni), Lonzo Ball ($85 milioni in 4 anni) e DeMar DeRozan ($85 milioni in 3). Un investimento che, dopo la trade che ha portato Nikola Vucevic alla corte di coach Billy Donovan, non nasconde una discreta urgenza.

I tifosi voglio i Playoff, i giocatori vogliono i Playoff, il front office vuole i Playoff. Sarà però tutto questo sufficiente? Sulla carta, può e deve esserlo.

Effettivamente la dirigenza ha messo mano là dove i tori facevano più fatica: i 27.4 punti a partita di Zach LaVine hanno rappresentato il punto massimo dell’efficacia offensiva del team, che però crollava miseramente quando l’ex T’Wolves raggiungeva la panchina. Aggiungere così tante bocche di fuoco all’attacco di Chicago non può che aumentare le speranze di successo, almeno per dare allo staff un’alternativa concreta oltre a Vucevic. L’importante però è che queste alternative giungano in modo organico.

Se la difesa continuerà a rappresentare un problema per i Bulls – tutti i nuovi arrivati non sono certo noti per i loro exploit difensivi – è dall’attacco che bisognerà aspettarsi il miglioramento più netto. Spetterà però ai vari LaVine, Vucevic e DeRozan riuscire a trovare l’equilibrio giusto per non intasare l’attacco con una marea di jumpers e mid-range. Zach ha dimostrato di poter essere uno degli scorer più letali del gioco, anche da oltre l’arco; DeMar ha ampliato il suo gioco da quando ha raggiunto i San Antonio Spurs riscoprendosi un playmaker inaspettato (6.9 assist a partita nel 2020-21, massimo in carriera) mentre Nikola continuerà a fare male dalla media, dove è più efficace. L’ago della bilancia? Lonzo Ball.

 

 

Il maggiore dei fratelli Ball arriva a Chicago con una valigia piena di aspettative ma anche di promesse non mantenute. Gli sprazzi di genuino talento messi in mostra nei suoi primi quattro anni NBA sono spesso stati intervallati da blackout inspiegabili, sia nella parentesi Lakers sia in Louisiana in maglia Pelicans. È compito suo giustificare l’investimento che la franchigia dell’Illinois ha fatto nei suoi confronti, confermando oltre alle buone percentuali di tiro (41.4% dal campo e 37.8% da tre) anche la capacità di farsi olio per gli ingranaggi del suo team.

Nonostante tutto, l’esperimento Bulls pare tutto da decifrare. Messa a confronto con le altre squadre della Central Division, Chicago può giocarsi le sue carte per un posto ai Playoff. Difficile però vederli concretamente tra le prime ad Est.

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