La stagione dei Golden State Warriors si preannuncia più imprevedibile che mai.
Dopo due anni passati nel purgatorio della lega, i recenti campioni NBA (2015-17-18) sono pronti a tornare protagonisti della Western Conference. E mentre per il ritorno di Klay Thompson bisognerà aspettare almeno il nuovo anno, Jordan Poole sta facendo girare non poche teste nel frattempo.
Il giocatore, al suo secondo anno nella Baia, ha conquistato lo starting spot di guardia nelle rotazioni di Steve Kerr con merito, dimostrando sangue freddo e tenacia difensiva. Aspetti che non sono di certo passati inosservati agli occhi del coach:
“Non importa chi incontra sul parquet, [Jordan] continuerà a tirare con fiducia. Questa è una cosa che apprezzo molto. La sua sicurezza è straripante, è un’ottima cosa. Sta avendo una buonissima preseason, non ci aspettavamo altro”
Le belle parole di Kerr sono ovviamente sostenute dai fatti: 30 punti contro Portland, 18 nella sfida contro i Nuggets ed ora vanno aggiunti i 28 punti messi a segni ai danni degli avversari di Conference Los Angeles Lakers. Una serie di ottime performance che non possono essere di certo casuali.
Kerr continua:
“Arrivato dal Draft sapevamo fosse giocatore dal grande potenziale, quindi era solo questione di tempo prima che capisse la velocità del gioco, gli accorgimenti da fare e quando prendersi certi tiri. Tutti sappiamo quanto duramente lavora e questi sono i risultati”
Con un roster che oscilla tra giovani talenti e veterani dall’impatto sicuro, la stagione dei Warriors continuerà a dipendere dalla sua stella Steph Curry e dal ritorno, dopo due anni di stop, del secondo Splash Brother Klay Thompson.
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