(8-7) Philadelphia 76ers 120-85 Utah Jazz (9-5)
Vittoria importante per i Jazz, che arrivavano alla sfida contro i Sixers con il fardello di quattro sconfitte nelle ultime cinque giocate, tre delle quali in casa. La prima tripla di serata di Bojan Bogdanovic vale ai Jazz il +7 nelle battute iniziali (8-15). Utah guadagna presto dieci punti di margine con 3:00 da giocare nel quarto (18-28), ma Philadelphia ricuce con un 10-2 iniziato dal gioco da tre di Shake Milton e chiuso da cinque punti in fila firmati Isaiah Joe. I Jazz conducono comunque, avanti di due lunghezze (28-30). Tre stoppate nel solo 1° quarto per Gobert, ai danni di Tobias Harris, Andre Drummond e Tyrese Maxey.
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Altro parziale targato Jazz in apertura di secondo periodo, 8-0 che costringe Doc Rivers al time-out. La rottura prolungata dei Sixers non si arresta e Utah si porta agevolmente a +16 (44-28). Philadelphia ritrova la via del canestro dopo oltre 4′ senza punti a tabellone e prova a rimanere aggrappata all’incontro, che sfugge però presto dalle mani. I Jazz infatti non stanno a guardare e grazie a due canestri dalla distanza, di Jordan Clarkson e Bogdanovic, allargano ulteriormente la forbice tra le squadre. Toccato anche il -23 dopo il canestro da tre punti di Donovan Mitchell, Phila limita i danni e chiude a -16 (47-63) al termine di secondo quarto tutt’altro che esaltante: soli sette canestri a fronte di 17 errori di squadra.
Alla ripresa però la musica non cambia. I 76ers vengono storditi da un 20-6 in sei giri di orologio che li fa precipitare a -30 (53-83). Baratro da cui, stanti anche le assenze, è impossibile rialzarsi. Utah si impone in scioltezza, 120-85, tenendo Phila al minimo stagionale per punti segnati.
27 punti con cinque canestri a bersaglio dall’arco per Bojan Bogdanovic, 20 in uscita dalla panchina per il solito Jordan Clarkson, 15 con 17 rimbalzi e quattro stoppate per Rudy Gobert. 13 punti a testa per Mike Conley e Donovan Mitchell. Per i Sixers il migliore a tabellino è Shake Miton, che segna 18 punti ma con 19 tiri.
Toccante, prima della palla a due, l’augurio a Dave Joerger proiettato da parte dei Jazz sul jumbotron della Vivint Smart Home Arena. L’assistente allenatore dei Sixers dovrà sottoporsi a chemioterapiaa seguito della diagnosi di cancro.
(4-10) San Antonio Spurs 92-106 Los Angeles Clippers (9-5)
Cominciare una nuova striscia di vittorie era stato l’input di coach Tyronn Lue ai suoi dopo il K.O. rimediato contro i Chicago Bulls, che aveva posto fine a una serie positiva di sette partite. Presto per dire se ci siano le condizioni per dare seguito, anche con un occhio al calendario, ma i Clippers hanno risposto senza dubbio presenti alle sollecitazioni. Veniamo alla partita: L.A. prende il comando nel punteggio con 6′ da giocare in un primo quarto tutto sommato interlocutorio, chiudendo a +5 (20-25). Anche nel secondo periodo il giro di boa del quarto è un punto di svolta: grazie alla tripla di Reggie Jackson i Clippers accumulano 10 punti di margine (34-44). Il 2-2 dalla lunetta per i punti 19 e 2o del primo tempo, portano Paul George e compagni al momentaneo massimo vantaggio della prima metà di gara. San Antonio ha però il merito di tornare a soli due possessi di distanza (53-57). L’ultima parità della gara si registra a quota 69 nel corso del 3° quarto: segue un parziale 14-2 che garantisce ad L.A. 12 punti di divario dagli avversari a 12′ dal termine della contesa. A 2′ dalla sirena finale, dopo essere stata anche sotto di 17, San Antonio fa capolino entro la doppia cifra grazie alla tripla di Keldon Johnson, ma due liberi di George con 1:10 sul cronometro mettono al sicuro il successo Clippers. 106-92 il finale. 34 punti e nove rimbalzi per Paul George, 21, sei rimbalzi e quattro assist per Reggie Jackson. Per gli ospiti guida Dejounte Murray, a un assist dalla tripla doppia nei 39′ sul parquet (26 punti, 12 rimbalzi, nove assist); 19 punti anche per Derrick White (8-14 al tiro).