(8-13) San Antonio Spurs 1112-107 Golden State Warriors (19-4)
Prima della gara, lo storico acquisito a un quarto abbondante di stagione trascorso racconta che le due sconfitte Warriors sono state seguite da due serie di sette vittorie ciascuna. Vendicato il K.O contro Phoenix nel rematch a pochi giorni di distanza, Stephen Curry e compagni non riescono però stavolta a dare continuità e incappano in una battuta d’arresto nonostante una rimonta quasi completata. La serata si complica fin da subito. Nel corso del primo quarto gli Warriors non mettono punti a tabellone per oltre cinque minuti e San Antonio ne approfitta per piazzare un 17-0 e scappare sul 36-21 consolidando la leadership. Sul massimo vantaggio Spurs raggiunto nel secondo quarto di gioco (+22, 43-21) si delinea una situazione inedita per Golden State, mai costretta a inseguire a più di venti punti di distanza nelle partite precedenti. La forza di reazione dei Dubs non è in discussione, tant’è che il parziale dopo 24′ è meno pesante del previsto, con un divario entro la doppia cifra (67-58). Un nome per la rimonta? Curry, messosi in partita con il primo canestro personale dopo un avvio difficile (0-9).
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Gli Spurs ritrovano anche 18 punti di margine nella terza frazione e si presentano agli ultimi 12′ con un cuscinetto di 11 (99-88).
Tavola apparecchiata, non fosse per un quarto periodo dove i neroargento perdono la bussola segnando appena quattro punti in 10′ e subendo il rientro degli avversari. Cinque punti in fila di Steph Curry danno a Golden State un possesso pieno di vantaggio negli ultimi 2′ (103-106), ma il testa a testa è serrato. San Antonio torna a +1 con il canestro pesante di Derrick White e regge l’urto interrompendo così la striscia di 11 vittorie al Chase Center per gli Warriors, tutte maturate con un margine almeno in doppia cifra.
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In evidenza nel successo Spurs soprattutto il backcourt composto da Derrick White (25 punti, tre assist) e Dejounte Murray (23 punti, 12 rimbalzi, sette assist). In uscita dalla panchina Lonnie Walker IV scrive 21 punti con 7-13 al tiro. Per gli Warriors, Steph Curry raddrizza un avvio zoppicante a livello di percentuali e chiude comunque a 27 punti, otto rimbalzi e cinque assist nonostante il 7-28 al tiro. Nove punti, altrettanti assist e otto rimbalzi per un Draymond Green vicino alla tripla doppia. 15 punti per Jordan Poole (6-9 al tiro).
(13-11) Boston Celtics 145-117 Portland Trail Blazers (11-13)
Nessuna delle due squadre arriva al match con risultati dalla propria parte. Boston, alla seconda partita di una una mini-serie di trasferte viene da tre sconfitte nelle precedenti cinque gare disputate, Portland ha inanellato quattro K.O e nel mezzo di un riassetto societario dopo le indagini interne che hanno portato all’allontanamento di Neil Olshey. I Celtics lasciano ancora riposare Jaylen Brown, che ora mette nel mirino per il rientro il back-to-back a Los Angeles contro Lakers e Clippers della prossima settimana. A proposito di back-to-back, serata di grazia balistica per Boston, dopo i 130 a referto nella sconfitta a Utah. 56 percento abbondante di squadra al tiro e medesima percentuale dall’arco dei tre punti, con ben 21 bersagli centrati. Portland viene doppiata già nel primo quarto in varie occasioni e insegue a -15 alla fine del parziale d’apertura (38-23). In un paio di minuti dalla metà del secondo periodo i Blazers si fanno sotto prepotentemente a – 1 (54-53). La schiacciata di Enes ‘Freedom’ Kanter a rimbalzo offensivo sul fil di sirena dà ai suoi Celtics sei punti di vantaggio all’intervallo (64-58). Riacquisita la doppia cifra sugli avversari a metà terzo quarto Boston non si volta più indietro e anzi scava un solco incolmabile tra sé e gli avversari continuando a macinare fino al +19 con cui va in archivio la terza frazione (103-84). Il quarto periodo appesantisce oltre misura il passivo e i padroni di casa evitano per un soffio il -30 a tabellone a fine partita.
Jayson Tatum in doppia doppia guida i suoi con 31 punti e 10 rimbalzi. 31 punti e otto assist anche per Dennis Schroder, che conferma il feeling con la seconda gara di un back to-back, dove viaggia a 25 di media, con il 53% al tiro, il 48.4% da tre e il 95.7% dalla lunetta. Per Portland 24 punti e sei assist di CJ McCollum (8-21 al tiro), 21 punti di Dennis Smith Jr. e 18 con cinque rimbalzi per Jusuf Nurkic.
(12-12) Los Angeles Clippers 99-104 Sacramento Kings (10-14)
Seconda vittoria consecutiva per i Sacramento Kings nel derby californiano contro i Clippers dopo l’incrocio di metà settimana. Los Angeles parte 9-2 nel primo quarto ad alto punteggio chiuso in parità a quota 29. Nel secondo quarto, dalla nuova parità a 42 i Kings scattano con un 8-0 rapido in un minuto e mezzo grazie soprattutto a due canestri pesanti dall’arco di Tyrese Haliburton e vanno al riposo con cinque lunghezze su L.A. (45-50). Nella terza frazione Sacramento sfiora soltanto la doppia cifra di margine consolidato poi nel quarto periodo con un ulteriore parziale di 12-2 in avvio che vale il +14. La risposta dei Clippers è immediata (9-0), ma il gioco da tre punti di un ispirato Terence Davis in trance agonistica (23 punti dei suoi 28 arrivano nel secondo tempo) ribadisce le distanze tra le squadre. A 11 secondi dalla sirena finale Marcus Morris illude i Clippers riportandoli a un solo possessso di distanza. Con la palla in mano dopo il timeout, a Sacramento basta però il 2-2 dalla lunetta di Buddy Hield per il decimo successo in stagione. 28 punti per Davis con 9-16 al tiro, 17 punti, otto rimbalzi e cinque assist per Fox, 18 punti, sei rimbalzi e cinque assist per Haliburton. Dalla panchina, 12 e 11 rimbalzi per Marvin Bagley, alla prima doppia doppia stagionale. Dall’altra parte in evidenza Morris (21 punti, otto rimbalzi, 7-10 al tiro). 18 punti per Reggie Jackson, “solo” 15 per Paul George, che però completa con sei rimbalzi e 10 assist.