Siamo a pochi passi dall’immortalità per LeBron James. Il nativo di Akron, ad oggi, si trova in terza posizione tra i migliori realizzatori in NBA, con Karl Malone nel mirino a meno di 250 punti di distanza. Poi, lassù, troviamo Kareem-Abdul Jabbar a quota 38.387 punti. Difficile, ma non impossibile sorpassare la leggenda di Milwaukee e Los Angeles. Sintomo di una capacità di segnare, quella di LeBron, che non ha eguali.
Eppure il suo nome, quando c’è da definire il miglior scorer di tutti i tempi, non viene mai menzionato da addetti ai lavori e tifosi. Qualcosa che – evidentemente – fa arrabbiare il Prescelto, come lui stesso ha commentato nella prima puntata della nuova stagione del suo show su HBO; “The Shop: Uninterrupted”:
“Io non sono un realizzatore naturale, amo coinvolgere i miei compagni ed è sempre stato così. Essere lassù in vetta tra i migliori marcatori nella storia della NBA mi fa strano. Eppure, quando parlano dei migliori realizzatori di sempre, non vengo mai menzionato. Mi fa inca…e. Il mio nome non esce mai”.
NBA, la route pre-partita di LeBron James
Poi, LeBron ha sviscerato quella che è la sua routine pre-partita per caricarsi:
“Ogni tanto capita che magari sono stanco o non ho dormito bene, e allora vado in campo per il riscaldamento e cerco sempre un hater tra gli spalti. Me ne basta anche solo uno. Penso sempre: ‘Ti prego fa che ce ne sia uno, ne ho bisogno’. Anche a 20 minuti dalla palla a due continuo a cercare fino a quando non mi dico ‘Oh, ho trovato sto figlio di… Ora sono pronto a cominciare'”.
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