(34-33) Brooklyn Nets 129-100 Philadelphia 76ers (40-25)
Mentre al Barclays Center è in corso il torneo ACC 2022 del college basketball NCAA, Brooklyn prosegue il suo trittico di trasferte e dopo le fermate a Boston e Charlotte fa tappa a Philadelphia. Apriamo il recap dei risultati NBA della notte partendo dalla quarta e ultima sfida stagionale tra due rivali nell’Atlantic Division profondamente cambiate a seguito dello scambio che ha movimentato e non poco la Trade Deadline di febbraio. Non è della partita, ma l’attesa per il ritorno da avversario di Ben Simmons al Wells Fargo Center si può cogliere fin dalle ore che anticipano la palla a due.
Brooklyn apre le danze nel punteggio e non si trova mai in svantaggio per tutta la durata della partita – unica situazione di parita il 2-2 in avvio. L’indirizzo della gara è subito chiaro: da una parte i Nets mandano in archivio il parziale d’apertura con 40 punti a referto e 15-24 di squadra al tiro, mentre oltre la metà dei punti dei padroni di casa arriva a cronometro fermo. (40-23). Joel Embiid tenta 13 tiri liberi nel solo periodo d’apertura, mai così tanti in un 1° quarto NBA dal 2011 a oggi (Kevin Love 15, segnala ESPN). La squadra di Steve Nash non perde mai il controllo, gestendo il margine accumulato, che oscilla tra i 15 e i 20 punti per larghi tratti del secondo parziale. All’intervallo gli ospiti vanno negli spogliatoi sul + 21 (72-51). Match complicato sia per Embiid sia per Harden, la cui unica gioia è rappresentata dal sorpasso ai danni di Reggie Miller, in cronaca su TNT, nella classifica per triple realizzate all-time nella lega. Il Barba chiude con 0-10 da due punti, impresa al contrario riuscita in stagione soltanto a Russell Westbrook, nel mese di novembre. Il #1 76ers soffre in particolar modo Kyrie Irving come difensore primario, che quando è sulle sue piste lo costringe a 1-7 al tiro. Il vantaggio degli ospiti, a 100 punti segnati a 50″ dal termine della terza frazione, si dilata enormemente: 102-70 al via del quarto conclusivo, nel corso del quale arriverà anche a +36. I tifosi più delusi cominciano a defluire lasciando l’impianto con 8′ abbondanti ancora da giocare.
I Nets registrano il massimo stagionale in tre categorie statistiche che dicono molto sull’andamento complessivo dell’incontro: dalle 20 palle perse avversarie scaturiscono 28 punti, altrettanti sono i punti in contropiede; 15 invece le stoppate di squadra. Finisce 129-100 per Brooklyn, che ha 25 punti da Kevin Durant –14 rimbalzi, sette assist, 10-17 al tiro e +34 di plus/minus. Vi si aggiungono i 24 punti di un Seth Curry probabile rimpianto 76ers tra gli ex della gara e i 22 di Kyrie Irving, con quattro rimbalzi e cinque assist. 16 punti con cinque stoppate per James Johnson in uscita dalla panchina. Lato Phila, Embiid chiude con 27 punti e 12 rimbalzi ma 5-17 al tiro; Harden scrive 11 punti con 3-17 e Tobias Harris ne aggiunge 16 con 4-5 da tre punti.
Brooklyn asfalta Phila: guarda gli highlights del successo Nets
(45-22) Golden State Warriors 113-102 Denver Nuggets (40-27)
Squadre in momenti diversi che, se la stagione finisse oggi, ritroveremmo contro al primo turno Playoff nel consueto abbinamento 3 vs 6. Denver è alla seconda gara di un back-to-back e ha sempre vinto contro Golden State nei tre precedenti stagionali, il più recente giocato proprio in settimana. In doppia cifra dopo nemmeno 7′ di partita, Steph Curry consegna ai suoi Warriors il massimo vantaggio della prima frazione (21-14), ma Denver resta in scia e, grazie al canestro da distanza ravvicinata di Hyland è sotto di un solo punto a fine primo quarto (30-29). Al giro di boa del secondo periodo, Steve Kerr è costretto al timeout perché il tabellone dice non solo + 12 Denver (35-47), ma evidenzia sopratutto un parziale di 18-5 in favore degli avversari da interrompere al più presto. Più facile a dirsi che a farsi dato che dopo essere tornata a -1 Golden State deve affrontare un nuovo strappo di 8-0 Nuggets nei 90″ e spiccioli che portano all’intervallo lungo. A metà gara è 51-60. Sotto anche di 14 lunghezze nel corso del terzo quarto di gioco, gli Warriors reagiscono piazzando il consueto parziale che raddrizza la situazione di punteggio: raggiunta la parità a 60″ poco più dal termine a quota 83, i ragazzi di Steve Kerr si portano sul +4 all’alba degli ultimi 12′. Golden State prova la fuga accarezzando soltanto la doppia cifra di margine ma Denver resta in scia per un finale punto a punto. Grazie al canesrtro di Monte Morris i Nuggets vanno per primi in tripla cifra per punti segnati con 5′ scarsi da giocare. Da qui in avanti Denver non segna però un singolo canestro dal campo e gli Warriors ne approfittano e, complici due pesanti triple a bersaglio firmate Jordan Poole, piazzano la zampata decisiva con un 15-2 che chiude i conti.
34 punti e nove rimbalzi per Stephen Curry 11-21 al tiro con cinque canestri da oltre l’arco, 18 punti per l’altro Splash Brother, Klay Thompson. In uscita dalla panchina squilli notevoli da parte del già citato Poole –21 punti, sette rimbalzi, cinque assist – e Jonathan Kuminga (18 punti, 7-12 al tiro). Jokic colleziona 23 punti, 12 rimbalzi e si ferma a un assist dalla tripla doppia; ottimo contributo anche Monte Morris (19 punti).