Squadra: Ignite Team (G League)
Ruolo: Guard
2021-22 Stats
Pts | TotRebs | DefRebs | OffRebs | Asts |
11.0 | 6.3 | 4.5 | 1.8 | 4.5 |
Stls | Blks | FG% | 3pts FG% | Ft% |
2 | 0.7 | 45.4 | 27.3 | 52.5 |
2021-22 Advanced
Ast% | Reb% | OffReb% | DefReb% | TO% |
21.2 | 11.0 | 6.3|15.7 | 20.9 |
Usg% | Blk% | eFG% | TS% |
18.0 | 2.0 | 50.2 | 53.2 |
Durante varie fasi della March Madness 2022 abbiamo visto in campo ben nove prospetti avviati all’attività cestistica da NBA Academy a livello globale. Un nome su tutti? Bennedict Mathurin. Non va dimenticato però chi, come Dyson Daniels, ha preferito altre esperienze al fascino del torneo collegiale NCAA. Il suo percorso è per certi versi simile a quello di Josh Giddey, con il quale ha condiviso la formazione di base al Centre of Excellence di Canberra. Daniels sarebbe potuto rimanere nel paese natale unendosi al programma Next Stars NBL, ma a fronte di offerte da parte di alcuni atenei – tra gli altri Oklahoma, Houston, NC State, Arkansas, Colorado, Saint Marys –ha optato addirittura per la terza via: la G League NBA. Tale scelta ragionata lo ha reso il primo prospetto del G League Ignite Team selezionato al di fuori del circuito dei college statunitensi. Cosi aveva commentato la decisione parlando a ESPN:
“Credo questo sia il miglior percorso per raggiungere il mio obiettivo. Dispone di tutte le risorse necessarie per un buon sviluppo: eccellente coaching staff e grande competizione con cui confrontarsi ogni giorno. […] Ho sempre giocato contro gente più vecchia di me e mi sono sentito pronto per il passaggio alla sfera pro. Il college è stata il primo scenario scartato. Il mio obiettivo è essere ‘one and done’. So che la mia etica del lavoro aumenterà le mie possibilità di chiamata al Draft.”
Nonostante l’andirivieni di molti giocatori sotto two-contract imposto dalla contingenza pandemica, soprattutto tra dicembre e gennaio, l’ex lega ‘di sviluppo’ si conferma anno dopo anno una valida opzione per prospetti internazionali in rampa di lancio. Conosciamo meglio il ragazzo di Bendigo, Australia.
Punti forti e punti deboli
Marty Clarke, direttore tecnico della NBA Global Academy, ha grandi meriti nell’aver indirizzato il talento di Dyson Daniels verso una costruzione all-around, versatile, che non privilegiasse un dettaglio specifico a scapito di fondamentali altrettanto preziosi. Intervistato nei mesi scorsi dal New York Times, il coach non ha nascosto la soddisfazione per il lavoro svolto a 360° con i suoi ragazzi:
“Il concetto di ‘mateship’ – gioco di squadra altruista e leale – è instillato in noi australiani fin da piccoli. […] Se lavori in quella direzione, sarai ricompensato. […] Ora abbiamo un ragazzo di due metri che potrebbe diventare qualsiasi cosa: fisico incredibile, grande atleta con comprensione del gioco.”
Sul tema, gli ha fatto eco Chris Ebersole, vice presidente NBA per le International basketball operations:
“Per le guardie in Academy si innesca una dinamica del tipo ‘il ferro affila il ferro’ per quanto talento si mette assieme quotidianamente.”
Non si può dire che Dyson Daniels sia un grande realizzatore, ma per avere impatto non ha bisogno di numeri scintillanti da scorer di prima fascia. Parlando con The Pick and Roll, lo stesso Clarke l’ha definito un giocatore ‘vecchia scuola’, dando al giudizio la miglior connotazione possibile:
“Finché non ti siedi a guardarlo per un po’, non ti rendi conto di quanto bravo sia.”
In relazione al ruolo, spiccano ottime potenzialità a rimbalzo sotto i tabelloni: gli istinti di posizionamento e la testa sempre alta gli consentono di dare una spinta alla transizione offensiva. In difesa, nonostante una mobilità laterale non eccelsa, lavora bene sui blocchi con i fianchi e si affida a letture per reagire alle scelte dell’attacco. Quando accoppiato in post, privilegia solitamente la difesa ¾ per cercare l’anticipo sfruttando la notevole apertura alare. Ha ripulito la meccanica di tiro con evidenti benefici nella seconda parte dell’annata, in particolare sugli scarichi o in situazioni di ricezione dopo il flare screen. Tuttavia, per poter rappresentare una minaccia credibile anche nella shot creation deve trovare il punto di raccolta del palleggio ideale e migliorare, di conseguenza, la fluidità del movimento.
Dyson Daniels' three-point shooting will be his swingskill in the NBA.
Especially the ones where he's creating the shot for himself. Versatility on both ends of the floor is what you're buying with him.
Easily worth a top 10 pick. pic.twitter.com/mZV8zajJE7
— Ersin Demir (@EDemirNBA) May 19, 2022
Negli ultimi tempi ha lavorato per un primo passo più incisivo che gli consenta di battere in penetrazione anche avversari più piccoli e rapidi di lui. Di seguito le dichiarazioni in proposito a Yahoo Sports:
“Non sono mai stato considerato il giocatore più rapido e ho insistito per questo sul cambio di velocità con i miei allenatori.”
Upisde
Pur abituato a ragionare senza categorie fisse in quanto a ruoli sul campo, Dyson Daniels intravede per sé un ruolo da floor general come point guard in NBA. Il materiale di partenza è senza dubbio interessante e l’approccio estremamente allenabile, frutto dei trascorsi in Academy, fa il resto. Il ragazzo ha seguito le orme del già citato Giddey, studiandone da vicino tendenze e movimenti in uscita dai blocchi e traendo spunto per affinare la visione di gioco. L’obiettivo per l’anno da matricola è, se possibile, ricalcarne l’ascesa (quattro volte rookie del mese prima dello stop per guai fisici). Modelli sui quali plasmare l’evoluzione del suo gioco? Luka Doncic e Shai Gilgeous-Alexander.
Draft Projection
A febbraio 2021 Dyson Daniels debuttò con la nazionale maggiore australiana durante la finestra di qualificazioni all’Asia Cup FIBA e alcuni addetti ai lavori, giocando sul suo cognome, citarono un celeberrimo video virale del 2016.
23 punti, sei rubate e quattro assist nella larga vittoria della sua nazionale contro la Nuova Zelanda (81-52).
Riprendendo ora il termine di paragone, quello di Dyson Daniels non è uno dei nomi più in voga del Draft – sul piano mediatico – ma si è ad ogni modo guadagnato un invito in Green Room al Barclays Center. Ulteriori garanzie di chiamata in zona Lottery arrivano dai numerosi workout effettuati nelle ultime settimane con le squadre che attualmente detengono le pick dalla 5 alla 11. Daniels ha già assaggiato i parquet NBA in un contesto circense come quello dell’All-Star Weekend 2022, ma il bagaglio di esperienza gli può essere comunque d’aiuto. Dalla prossima stagione si inizierà a fare sul serio.