Malcom Brogdon è sbarcato alla corte dei Boston Celtics questa estate, contribuendo a rafforzare i sogni di vittoria della franchigia del Massachusetts. Quella franchigia che ha perso in sei gare le ultime Finals a causa dello strapotere dei Golden State Warriors. Con le aggiunte di Gallinari e proprio di Brogdon, il team di coach Udoka si candida per ripetere un altra super stagione.
L’intervista a Basketball News
L’ex Pacers è un giocatore che sa mettere le mani un po’ ovunque, è un giocatore che offre delle buone doti nella regia, nel tiro e anche nell’ultimo passaggio per i compagni. Non a caso le statistiche della scorsa stagione mostrano una media di 19.1 punti, 5.1 rimbalzi e 5.9 assist.
Nella recente intervista con Basketball News, incalzato su come può integrarsi con le stelle Tatum e Brown, Malcom Brogdon ha risposto con una certa fiducia:
“Penso di poter semplicemente alleviare la pressione. Che si tratti di toccare il pitturato o offrire loro dei passaggi semplici. O anche di proteggere i giocatori che hanno bisogno di una pausa dalla fase difensiva in modo che possano concentrarsi sull’attacco. Ma soprattutto voglio essere una presenza costante sul pavimento che può aiutare a controllare la fine del gioco.”
A chi lo addita come un sesto uomo, la guardia risponde così:
“Voglio solo tornare a vincere ad alto livello, voglio vincere un titolo. Quindi qualsiasi cosa possa sacrificare per tornare a un livello da campionato sono disposto a farlo. Penso che sia una testimonianza di quanto i Celtics vogliano vincere. Sono disposti ad avere un ragazzo che pagano 20 milioni all’anno e che esce dalla panchina come sesto uomo cercando di vincere un campionato.”
Infine, una battuta di apprezzamento per coach Udoka:
“Ammiro la sua autenticità, la sua realtà. È molto diretto. Puoi avere allenatori che non vogliono dirti la verità, che girano intorno al cespuglio. Lui è tutt’altro che questo, lo apprezzo molto. È una cosa difficile da trovare. Ho avuto forse due conversazioni con lui. Posso dire che è un allenatore di giocatori. È stato nella lega per un po’, sa come parlare con te, sa come relazionarsi ma anche come allenare.”
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