Minnesota Timberwolves
Dalla Mile High City ci spostiamo a Minneapolis, ricalcando la scelta fatta da Tim Connelly ,il cui addio non è andato giù ai Denver Nuggets. Accasatosi dietro la scrivania di una rivale divisionale, nel ruolo di President of Basketball Operations, il dirigente ci ha messo poco a prendere le redini della situazione, inaugurando il nuovo corso con i fuochi d’artificio. L’ipoteca sul futuro messa con il discusso approdo di Rudy Gobert ai Timberwolves era forse scritta nel destino:
Il roster, capace di acciuffare i Playoff tramite spareggi dopo uno sprint da 22-11 nell’ultimo scorcio di regular season, ne esce rivoluzionato. Senza la variabile impazzita Beverley, termometro emotivo della squadra in ogni situazione, la leadership vocale – ancor prima che tecnica– dovrà passare di mano e farsi “diffusa”. Austin Rivers, che ne rileva il posto, sa bene come inserirsi in un nuovo contesto e ha già evidenziato apprezzamento per le modalità di gestione del gruppo di coach Finch:
“È molto alla mano. Fa sentire tutti responsabili, è il tratto che preferisco. Molti coach non parlano con le star, lui sì, se non stai facendo nulla te lo urla a chiare lettere, segno che è un ottimo allenatore. Ha guadagnato il rispetto dello spogliatoio.”
D’Angelo Russell ha parlato di entusiasmo travolgente, facendo eco alle dichiarazioni rilasciate da Karl-Anthony Towns in sede di rinnovo contrattuale, altro snodo cruciale dell’offseason T’Wolves. In attesa di vedere se e come KAT e Gobert potranno condividere il campo senza nuocere alle spaziature di squadra, le intenzioni sembrano chiare: liberare il primo da incombenze difensive pressanti, appoggiandosi sul tre volte DPOY NBA. Il roster è più profondo rispetto al passato, più o meno in tutti i ruoli. Da segnalare, in particolare, le firme di Eric Paschall e Kyle Anderson, a puntellare la rotazione.
Tutto liscio? Quasi. Prima l’arresto di Taurean Prince e poi l’incidente social di Anthony Edwards hanno contribuito a movimentare l’ambiente. Ad ogni modo Minnie sembra aver accolto le novità con il giusto piglio e voglia di stupire. L’ex prima scelta assoluta al Draft ha aggiunto circa 5 chili di massa muscolare, traendone giovamento sui due lati del campo, come rivelato a The Athletic.
“Semplifica il mio tiro da tre, tutto mi viene più facile. In difesa non vengo più ‘bullizzato’ dagli avversari. Mi sento meglio.”
Evitando proclami anticipati, la squadra può e deve puntare ad agganciare il treno Playoff con meno patemi rispetto alla stagione passata, magari ritoccando quota 50 vittorie.