Tra tutte le squadre della Southeast Division, gli Atlanta Hawks hanno probabilmente vissuto l’estate più movimentata dal punto di vista dei cambiamenti a roster. Gli Hawks, un po’ scottati dall’eliminazione al primo turno in cinque partite – l’anno precedente erano addirittura arrivati in finale di Conference – hanno deciso di cambiare strada e provare un nuovo approccio, ringiovanendo ulteriormente il roster.
Due nomi in particolare, facenti parte del nucleo solido che negli ultimi anni aveva ottenuto grandi risultati, hanno salutato Atlanta per trasferirsi su altre sponde: Danilo Gallinari e Kevin Huerter. Gli Hawks hanno sicuramente perso da queste cessioni, inevitabili anche per avere spazio salariale per alcune firme, ma non hanno certo avuto intenzione di indebolirsi.
Il grande colpo, quello atto a fare il salto di qualità, c’è stato e porta il nome di Dejounte Murray. Insieme a Trae Young, Murray consegna agli Hawks uno dei backcourt più talentuosi di tutta la NBA. Oltre ad aggiungere ulteriore talento offensivo, Murray porta in dote grande applicazione difensiva, qualcosa che spesso e volentieri è mancata nel reparto viste anche le tendenze di Young. Certo, c’è ancora da capire bene come possono integrarsi due giocatori che hanno bisogno di tenere tanto il pallone tra le mani, ma la grande intelligenza cestistica dei due sicuramente giocherà a loro favore. E le prime uscite in preseason fanno ben sperare.
Sistemato il backcourt, Atlanta ha ottenuto la sua più grande miglioria nel frontcourt non lasciando andare John Collins. Rispetto a due anni fa, stagione della sua consacrazione, Collins ha avuto un calo piuttosto evidente. Nemmeno nello scorso campionato è riuscito a ritornare su quei livelli, soprattutto in post-season, dove ha giocato decisamente sotto standard con medie di 9.4 punti and 4.6 rimbalzi per partita. Nonostante la flessione, Collins rimane uno dei giocatori più forti dell’intero roster e averlo trattenuto è sicuramente una mossa vincente. Anche Onyeka Okongwu, esploso in stagione regolare, ha poi pagato lo scotto della poca esperienza ai Playoff. L’età è sicuramente dalla sua, può solo che migliorare.
La certezza è Clint Capela, totem di affidabilità e dinamismo, senza scordarsi di Bogdan Bogdanovic, che con l’arrivo di Murray potrebbe passare al ruolo di sesto uomo di estremo lusso, qualcosa che ben poche squadre possono permettersi. Ottimi anche gli arrivi di Justin Holiday e Mo Harkless, che garantiranno profondità al roster. Ma tanti addetti ai lavori indicano come in grado di far saltare il banco e di decidere buona parte della stagione degli Hawks il rendimento di DeAndre Hunter.
Le firme di cui parlavamo qualche riga più su riguardavano soprattutto lui. Il talento di Virginia ha saltato ben 30 partite per problemi fisici nella scorsa stagione, ma soprattutto ai Playoff ha mostrato di saper competere ad alti livelli, tenendo una media punti oltre i 21 a partita. Con Young e Murray che verranno spesso e volentieri considerati dalle difese come i pericoli principali, Hunter potrebbe potenzialmente avere maggiore libertà in fase offensiva, dove ha dimostrato di essere una minaccia per gli avversari.
Tirando le somme, per Atlanta si prospetta un’altra stagione positiva, con l’accesso alla post-season dovrebbe essere poco più che una formalità. Quanto lungo sarà poi il percorso ai Playoff dipenderà dall’integrazione del duo Young-Murray, col primo chiamato a essere il trascinatore della squadra come nella storica run di due stagioni fa, dal rendimento di Collins e dalla conferma ad alti livelli di Hunter. Ma un altro exploit come nel 20-21 non è assolutamente da escludere.