Benvenuti nella Pacific Division, ovvero una delle Division NBA più competitive dell’intera lega.
I Golden State Warriors, dopo la vittoria del settimo Titolo NBA della loro storia, il quarto negli ultimi sette anni, saranno determinati a confermare il loro status di campioni NBA in carica. A loro, nella stessa Pacific Division, si contrapporranno i Los Angeles Clippers, reduci da una stagione sottotono per via dei numerosi infortuni. Ma ora che Kawhi Leonard e Paul George sono pienamente recuperati, vorranno sicuramente dire la loro e provare a vincere il primo Titolo NBA della loro storia.
Che dire poi dei Phoenix Suns, che hanno ancora negli occhi il Titolo sfiorato solamente un paio di stagioni fa? E dei rinnovati Lakers, che ancora devono trovare il modo di funzionare alla perfezione con Russell Westbrook a gestire la palla?
Andiamo ad analizzare una per una le squadre della Pacific Division per trovare la risposta a queste e ad altre domande.
Los Angeles Lakers
Nonostante il Titolo NBA arrivato solo due anni fa, i Lakers hanno faticato a tornare su quei livelli nell’ultima regular season, e anche la stagione che è alle porte sembra essere un vero e proprio rompicapo per la squadra californiana.
Archiviata la disastrosa stagione 2021-22 con un record di 33-49 e la mancata partecipazione al torneo Play-In, i Lakers non hanno perso tempo e si sono subito attivati per apportare numerose modifiche di organico. La dirigenza ha infatti licenziato coach Frank Vogel, solo due stagioni dopo averli condotti nella vittoria dell’anello 2020. Al suo posto, il front office ha assunto Darvin Ham, che si era guadagnato un forte rispetto per i suoi molteplici incarichi come assistente allenatore. Sul fronte della free agency, i Lakers hanno poi cercato di costruire un roster migliore attorno a LeBron James e Anthony Davis.
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L.A. ha quindi trascorso tutta l’estate a riflettere su potenziali accordi che coinvolgessero Russell Westbrook, dopo che quest’ultimo ha esercitato la sua player option da 47 milioni di dollari. Il mercato però non ha valutato positivamente l’ex Thunder, o quanto meno non come la dirigenza Lakers si aspettava e alla fine Westbrook è stato tenuto a roster, nella speranza che l’alchimia e lo stile di gioco di Westbrook possa migliorare con il ritorno della forma al 100% sia per James che per Davis. Tramontate le possibilità di trade per Westbrook, i Lakers hanno dunque rifirmato LeBron James con un’estensione di due anni e 97 milioni di dollari, che consolida il futuro del Re a Los Angeles fino alla stagione 2024-25.
Il ritorno di Westbrook porta con sé molti interrogativi, soprattutto per quanto riguarda il suo inserimento nel nuovo roster: con uno stile di gioco completamente diverso da quello di James, soprattutto per quanto riguarda la gestione palla e le decisioni in attacco, l’ex Thunder ha dato più volte l’impressione di non essere il giocatore ideale da affiancare il Re e Anthony Davis. In questa stagione dovrà quindi continuare a lavorare per cambiare il suo stile e adattare il suo gioco alle esigenze degli altri due All-Star e di coach Ham.
Guardando al resto del roster, una delle mosse più rilevanti per James e compagni è stato il ritorno di Dennis Schröder per un anno a 2,6 milioni di dollari dopo le sue buone prestazioni nel torneo di EuroBasket. Il 29enne ha vissuto la sua prima esperienza ai Lakers nella stagione 2020-21, dove ha registrato una media di 15,4 punti, 5,8 assist e 3,5 rimbalzi a partita. Da allora, ha avuto un periodo altalenante con i Celtics e i Rockets, ma ora è pronto a dimostrare di essere ancora una volta da Lakers.
17's back. pic.twitter.com/gNfJK82t4m
— Los Angeles Lakers (@Lakers) October 10, 2022
Oltre a Schroder, LA ha ceduto ai Jazz anche Talen Horton-Tucker e Stanley Johnson in cambio di Patrick Beverley. Qui la squadra ha dunque rinunciato a due giovani promettenti, ma ha ricevuto in cambio un veterano che incarna perfettamente la mentalità difensiva di Darvin Ham.
Per il resto, i Lakers non hanno potuto fare altro che lavorare sul cast di supporto per via dei limiti derivanti dalle norme sul salary cap. I Lakers hanno dunque puntato su giocatori più giovani invece di trattenere i loro free agent veterani, che nella scorsa stagione hanno mostrato problemi di durata e di atletismo. Nella regular season 2022-23 ci sarà dunque maggiore spazio per i vari Lonnie Walkter IV, Troy Brown Junior e Juan Toscano-Anderson. Anche Thomas Bryant e Damian Jones avranno maggiore minutaggio, poiché entrambi apportano atletismo, energia e protezione del cerchio. Inoltre, forniscono un sollievo ad Anthony Davis, che si sposterà nel suo ruolo naturale di power forward.
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In definitiva, con queste mosse la dirigenza dei Lakers spera di dare uno strappo netto rispetto all’ultima stagione, e di cercare nuovamente di arrivare in fondo ai Playoff. Coach Ham, nelle speranze del front office, avrà un impatto maggiore rispetto all’ultima annata di Vogel, ma questo resta da dimostrare con i risultati sul parquet. Inoltre, è vero che i Lakers trarranno maggiore beneficio dall’aggiunta e dalla crescita dei propri giovani a roster, ma questi pagano di inesperienza che nei momenti cruciali possono essere decisivi. Infine, il gioco di Russell Westbrook potrebbe continuerà a essere un problema.
Insomma, a meno che tutti i giocatori dei Lakers, compreso Westbrook, si adattino completamente a un cambio di cultura sposando in pieno quella dei Lakers, giocando e interpretando alla perfezione il proprio ruolo, la franchigia californiana potrebbe incappare in un’altra stagione opaca. Ma se tutto andrà secondo i piani, allora potranno sicuramente dire la loro nel corso dei Playoff. Per questo, il nostro pronostico è che i Los Angeles Lakers lotteranno per centrare il quinto o il sesto seed a Ovest, posizionandosi proprio a metà della Pacific Division.