New Orleans Pelicans
Dopo aver centrato la prima qualificazione ai Playoff dal 2018, per giunta in un’ annata senza Zion Williamson, i New Orleans Pelicans sono chiamati al compito più difficile: calibrare le aspettative. Per non lasciarsi fuorviare, sarebbe utile tenere a mente innanzitutto l’andamento altalenante della scorsa stagione, riscattata contro ogni pronostico e statistica visto l’avvio a dir poco stentato (1-12).
La scossa è arrivata a febbraio con lo scambio che ha portato nella Big Easy CJ McCollum e Larry Nance Jr. L’inversione di tendenza e risultati nell’immediato post All-Star ha permesso alla squadra di restare agganciata al treno postseason fino all’ultimo. Il fattore imprevedibilità proprio del meccanismo Play-in e il blackout dei Clippers nel quarto periodo dello spareggio decisivo hanno fatto il resto, regalando alla squadra dell’esordiente coach Green un insperato viaggio oltre la metà di aprile. L’accoppiamento 1-8 contro i Phoenix Suns del record di 64 vittorie, campioni della Western Conference in carica, sembrava gia scritto. NOLA ha però avuto il merito di allungare la contesa fino a Gara 6 e l’eliminazione 4-2 ha posto ad ogni modo le basi da cui ripartire nell’anno II del nuovo corso.
Brandon Ingram ha avuto un battesimo probante ai Playoff, chiudendo la prima serie in carriera a 27.0 punti, 6.2 rimbalzi e altrettanti assist di media. L’infortunio al mignolo della mano destra è stato opportunamente trattato con operazione chirurgica in estate e non dovrebbe dare troppe noie. Ciò detto, l’ex Lakers ha pur sempre disputato appena 55 gare e i punti interrogativi rimangono. Restando alle questioni aperte, vanno sottolineate le decisioni nient’affatto banali prese dalla dirigenza Pelicans in estate. La scelta di offrire un max contract a Zion Williamson, dopo 85 partite in tre anni di NBA, ad esempio, non è stata facile come il front office aveva lasciato intendere. Il fisico dell’ex Duke ha già riservato qualche brivido in preseason, ma a poche ore dal via della stagione la curiosità supera le preoccupazioni.
L’estensione contrattuale di CJ McCollum, e di Larry Nance Jr. con lui, non è una sorpresa. Questi ultimi ritocchi danno semmai la conferma un orizzonte tecnico sempre più chiaro, almeno sulla carta: le timeline dei principali elementi del roster sono ora allineate. Negli ultimi due mesi della passata stagione la difesa dei Pelicans si è assestata in top 10 assoluta, mettendo in luce soprattutto jolly emersi dal sottobosco G League come Herbert Jones e José Alvarado. I due, con l’esperienza maturata, danno profondità al roster in ogni ruolo. La pick al primo giro del Draft ottenuta via Lakers, che sarebbe tornata in California se fuori dalle 10 (protezione 11-30), è stata spesa per Dyson Daniels, un profilo davvero interessante: noi ve l’avevamo presentato qui; lui non ha certo avuto timore di mettersi in mostra, così.
Tornando alle premesse inziali, non ci sentiamo di azzardare un pronostico sulla collocazione in classifica dei Pelicans ma un consiglio: se cercate una squadra da League Pass Alert, non allontanatevi troppo dalla Louisiana.