Nella notte NBA, gli Warriors hanno registrato il ritorno di Stephen Curry dal suo infortunio, ma – con un match sulla carta alla loro portata contro dei decimati Phoenix Suns – i californiani non hanno fatto il loro lavoro. Non a caso, a Stephen Curry è mancato il ritmo all’inizio della partita e l’intera squadra ha avuto un primo tempo molto, molto complicato con soli 35 punti segnati che hanno quindi permesso ai Suns di prendere il controllo della situazione. I campioni in carica si sono ritrovati a rincorrere gli avversari, con un distacco che ha toccato anche le 27 unità.
Eppure su un tiro da 3 punti di Klay Thompson, gli Warriors erano in vantaggio 26-21, prima di crollare totalmente, subendo un 10-0 di parziale che ha cambiato la partita. Queste le parole di coach Kerr:
“Chiaramente non ho preparato i nostri ragazzi a giocare, ed è colpa mia. Una squadra ha avuto il vantaggio emotivo: Phoenix, e ha giocato subito a suo ritmo. Dovevamo entrare così noi in campo. Invece, loro hanno realizzato ben 14 triple e catturato 20 rimbalzi offensivi perché erano la squadra più aggressiva sul parquet.”
NBA, Curry preoccupato: “Dobbiamo lavorare sui dettagli”
Stephen Curry si è risvegliato nell’ultimo quarto, mettendo a segno ben 16 punti (24 totali nel match), ma troppo tardi per riportare i suoi al comando. Con questa nuova battuta d’arresto, gli Warriors hanno un record di 20-21 che li colloca solo all’ottavo posto ad Ovest. Al di là della classifica è il volto mostrato dalla squadra in questa prima parte di stagione a preoccupare lo stesso nativo di Akron:
“Dobbiamo essere onesti con noi stessi sui dettagli che rendono una squadra vincente. Dobbiamo ricordare come si gioca e attenerci a quello standard, come nell’ultimo quarto di stasera. Non sto dicendo che dobbiamo fare un press a tutto campo con ogni possesso ed essere in grado di sostenerlo per 48 minuti. Ma ci vuole un certo livello di concentrazione, unità, tenacia e un alto QI cestistico. Nell’ultimo quarto, abbiamo dimostrato possiamo essere migliori.”
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