Tempo di March Madness al college, ricordo ancora fresco per molti dei giocatori in classifica. Quanto si sarà fatto contagiare dalla follia marzolina il nostro ranking? In attesa del One Shining Moment per ciascuno di loro, vediamo come si piazzano nel quinto appuntamento con la Rookie Ladder targata nbareligion.com.
* Tutte le statistiche citate in questo episodio, salvo diversa specifica, sono aggiornate alle sfide giocate nella notte tra il 18 e 19 marzo
1. Paolo Banchero (=)
Continua ad essere lui il numero uno della nostra Ladder: Paolo Banchero non vuole schiodarsi dalla posizione più alta della nostra Ladder. Dopotutto, non serve dire molto, perché ha già ampiamente dimostrato di meritarsi il premio di Rookie of the Year. Ci limiteremo quindi ad elencare i numeri più eclatanti dell’ultimo mese:
- 20,5 punti di media a serata, insieme a 6,6 rimbalzi;
- 4 partite di fila con 20+ punti segnati, di cui segnaliamo una prestazione da 31 punti contro gli Hornets;
- Tripla doppia sfiorata contro Miami (17 punti, 10 rimbalzi, 9 assist) e contro Washington (18 + 9 + 8).
Paolo Banchero over his last five games:
24.0 PTS
6.6 REB
4.2 AST
45.2% FG
40.9% 3P pic.twitter.com/7aiSewzm7H— Orlando Magic (@OrlandoMagic) March 14, 2023
2. Jalen Williams ( ↑ 1)
Saremo brevi, didascalici, come una delle caption che si diverte a reinterpretare sui social.
Di fronte ai suoi numeri nelle 11 gare disputate post All-Star sembrerebbe quasi riduttivo collocare Williams al secondo posto nella corsa al rookie dell’anno. Viaggia a 20.5 punti di media, con il 56.8% al tiro, il 45.5% da tre e l’84.6% ai liberi. Alla costanza di Banchero, partito con un altro carico di pressione, Williams ha contrapposto una crescita mese su mese. La volata finale probabilmente passerà anche dalla qualificazione di una delle due squadre al Play-in. Con il traguardo in vista, mollare non è un’opzione.
Dub it, J-Dub: evoluzione anche qui, che dire?
https://twitter.com/rylan_stiles/status/1632914180704436230?s=61&t=_BfEmU2c1AHbUN8nS9LD9A
3. Walker Kessler ( ↑ 1)
Il premio di Rookie of The Month nella Western Conference a febbraio è la miglior argomentazione per il suo salto sul terzo gradino del podio in classifica. Guida la classifica rookie delle doppie doppie e, manco a dirlo, primeggia per stoppate a partita, non da oggi. Quando cade un record di Shaq, beh, c’è poco altro da aggiungere.
Stop that, Walker Kessler | Per questa edizione della rubrica, la scelta è presto fatta: la stoppata vincente contro Boston ha deciso il risultato, mettendo in ghiaccio la rimonta da meno 19.
https://twitter.com/nba/status/1637294246444032002?s=61&t=_BfEmU2c1AHbUN8nS9LD9A
4. Jaden Ivey (↑ 1)
Che mese quello del rookie dei Pistons dopo l’All-Star Game. 17 punti e 7 assist di media, terminando ogni partita successiva alla pausa in doppia cifra. Un atto quasi dovuto quello di farsi carico di una squadra che ha bisogno come il pane di segnare, ormai orfana da tempo di Cade Cunningham. E Ivey ne approfitta per avvicinarsi alla top-3, e potrebbe pure entrarci, se non fosse per percentuali al tiro un po’ discutibili (37,9% dal campo e 32,5% dall’arco): vediamo se ce la farà il prossimo mese.
5. Jeremy Sochan (↑ 1)
È in linea per chiudere la stagione da rookie a 10 punti e cinque rimbalzi di media: in neroargento sono stati capaci di tanto solo David Robinson e Tim Duncan. Il duello con Banchero sfida ai Magic ha regalato spettacolo e Sochan ha chiuso con 29 punti e 11 rimbalzi. Popovich ormai non fa più mistero della sua ammirazione per il ragazzo che gli ricorda – e lo ripete con sempre maggior convinzione e frequenza – Manu Ginobili. Ragionare in ottica Hall of Fame è impensabile, ma i tempi sono maturi per garantirsi un posto nei quintetti All-Rookie.
Colore dei capelli: omologato
6. Bennedict Mathurin (↓ 4)
Crolla la giovane matricola dei Pacers, ma non poteva essere diversamente per l’infortunio subito a metà marzo: Bennedict Mathurin scende così dalla seconda posizione della Rookie Ladder per la prima volta da inizio stagione. Ma l’infortunio, in realtà, non è stata l’unica causa: escludendo la partita contro Houston del già citato infortunio, la guardia ha segnato solamente 13,7 punti di media nelle 6 partite giocate dopo l’All-Star break, tirando anche con un rivedibile 27,8% da tre punti. Numeri completamente diversi da quelli cui ci aveva abituato. Vediamo se la prossima Ladder sarà quella del riscatto.
7. Keegan Murray (=)
Keegan Murray rimane fermo alla settima casella per questo mese. In quel di Sacramento la matricola gioca tanto: sempre partito in quintetto titolare tranne nelle primissime partite di regular season, ha saltato solamente 2 appuntamenti in tutto l’arco della stagione. Ha dimostrato di essere un buon realizzatore (nell’ultimo mese ha segnato 12 punti di media, con 4,7 rimbalzi) tirando con il 36,9% dalla lunga distanza. Unica nota dolente è la costanza: alterna prestazioni in doppia cifra a prestazioni da 0 punti (vedi contro Minnesota il 4 marzo, o contro Phoenix l’11).
8. Jabari Smith Jr. (↑2)
Sale Jabari Smith Jr., grazie a un ultimo mese davvero convincente. Nelle ultime 15 partite ha tenuto medie di 14,4 punti e 7,3 rimbalzi, partendo sempre in quintetto titolare. Finito in doppia cifra in 11 occasioni su 15, ha messo a segno il suo career-high da 30 punti contro i Pacers il 9 marzo, facendo seguire una prestazione da 20 punti contro Chicago e una da 24 subito dopo nella vittoria contro Boston.
9. Jalen Duren (↓ 1)
È tornato a giocare solo una decina di giorni fa dopo il problema alla caviglia che gli ha impedito di prendere parte al Weekend di Salt Lake City. Non sale dunque, ma si conferma sui suoi standard, ed è già molto vista la giovane età. Secondo per doppie doppie tra i ragazzi al primo anno, ha trovato, a detta del coaching staff Pistons, il modello per il suo sviluppo di gioco. Dwane Casey lo invita a ripercorrere le tappe che hanno portato Adebayo a imporsi tra i migliori lunghi NBA:
“Senza voler mancare di rispetto ad altri, gli ho mostrato video di come Bam [Adebayo] copre il campo. Non mi piace riconoscere troppi meriti ai giocatori avversari, ma Bam è uno dei migliori in questo, gioca aggressivo su ogni possesso. [Duren] deve fare altrettanto. Sembra banale ma se alzerà le marce del suo gioco in corsa, ne beneficerà il suo set di abilità tecniche ed aumenterà il contributo per la squadra.”
10. Tari Eason (↓ 1)
La convocazione per il Rising Star dell’All-Star Game, ancorché da riserva, dopo l’infortunio del sopracitato Duren, legittima la sua posizione in Top 10. Meno brillante, a onor del vero, nelle ultime uscite, dopo i buoni sprazzi della prima settimana di marzo – quattro partite sempre in doppia cifra e career high eguagliato (20) vs Spurs. Con quella partita ha contribuito nel porre fine a una striscia aperta di 11 KO consecutivi e resta saldo nella parte alta del ranking. Aggiornamenti da @MOMSTER? È impegnata a commentare, con il solito fervore, la March Madness in corso.