Si parla spesso, tanto, dei flop di alcune tra le prime scelte selezionate durante i Draft NBA tanto da oscurare le migliori di sempre. A risolvere l’arcano ci ha pensato però The Athletic. Il famoso sito web sportivo americano, ha di fatto raccolto in una classifica i migliori giocatori selezionati alla numero 1, analizzando i successi ottenuti durante le loro rispettive carriere e l’impatto che hanno avuto all’interno della Lega.
Dall’essere rookie fino a diventare leggenda: ecco chi sono le migliori prime scelte di sempre
10. Elvin Hayes (University of Houston) ai San Diego Rockets, 1968
Riconoscimenti: All-Rookie, All-Defense (2nd team 2x), All-NBA (1st team 3x, 2nd team 3x), All-Star (12x), Championship, Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Wes Unseld (2)
Hayes è stato uno dei più grandi di tutti i tempi, eppure solo in pochi lo ricordano. Rispolverare velocemente le classifiche potrebbe essere sufficiente: quarto posto nella classifica All-Time dei rimbalzi, decimo posto in quella All-Time dei punti, sesto di sempre per minutaggio, nono in assoluto per tiri effettuati e con 1303 partite giocate si siede al 21esimo posto di questa classifica. Hayes era una macchina da guerra e, al momento del suo ritiro, era il terzo giocatore di sempre per punti segnati. Solo due mostri sacri come Kareem Abdul-Jabbar e Wilt Chamberlain avevano fatto meglio. E in quanto a rimbalzi, solo Chamberlain e Bill Russell erano davanti a lui. Questo giocatore non gode della memoria che merita.
9. David Robinson (Navy) ai San Antonio Spurs, 1987
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Rookie, Defensive Player of the Year, MVP, All-Star (10x), All-Defense (1st team 4x, 2nd team 4x), All-NBA (1st team 4x, 2nd team 2x, 3rd team 4x), Championship (2x), Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Scottie Pippen (5), Kevin Johnson (7), Reggie Miller (11), Mark Jackson (18)
Selezionato al Draft 1987, il debutto in NBA di Robinson avvenne sorprendentemente solo due anni dopo. E da quel momento in poi, fu un inferno per tutti. Le medie della prima stagione, 24.3 punti, 12.0 rimbalzi e 3.9 blocchi, gli valsero il premio di Rookie of the Year. Il centro numero 50 ottenne gettoni nelle selezioni First, Second e Third Team e anche 10 convocazioni all’All Star Game. Sfortunatamente, dovrà aspettare Tim Duncan per mettere nella sua bacheca personale qualche anello, ma resta comunque uno dei giocatori più dominanti di sempre.
8. Elgin Baylor (Seattle University) ai Minneapolis Lakers, 1958
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Star MVP, All-Star (11x), All-NBA (1st team 10x), Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Hal Greer (13), Wayne Embry (22)
Elgin Baylor è il classico esempio per cui non è obbligatorio vincere un anello, o più, per essere ricordati tra i migliori di sempre. Certamente, la sua carriera risale agli anni ’50 e ’60, ma le statistiche parlano per lui. Nella striscia quadriennale in cui giocò 47 partite dei Playoff, Baylor fece registrare medie davvero sbalorditive: 35.4 punti, 15.3 rimbalzi e 4.1 assist. I suoi Lakers furono eliminati per due anni di fila dai St. Louis Hawks e persero due Finals contro i Boston Celtics rispettivamente giocando sette e sei gare, ma Baylor mise sempre in campo tutto il suo valore. In una eliminazione l’ex numero 22 segnò 33 punti e prese 13 rimbalzi, in un’altra i punti furono 39 e i rimbalzi 12. In gara-7 delle Finals 1961/1962 fece registrare 41 punti e 22 rimbalzi, mentre nella gara di eliminazione dell’anno successivo dominò con 28 punti, 8 rimbalzi e 8 assist. No, non si può rimproverare un giocatore di questo calibro.
7. Oscar Robertson (University of Cincinnati) ai Cincinnati Royals, 1960
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Star Game MVP (3x), All-Star (12x), MVP, All-NBA (1st team 9x, 2nd team 2x), Championship, Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Jerry West (2), Lenny Wilkens (6)
C’è stato bisogno di Russell Westbrook per interrompere un record, ormai arrugginito, di proprietà di Oscar Robertson: quello di una stagione intera di triple-doppie. The Big O è stato uno dei giocatori più travolgenti nella storia della NBA, ma, ironia della sorte, il primo ed unico titolo – vinto con i Milwaukee Bucks 1970/1971 – è arrivato proprio sul finire della sua carriera. Merito anche di Kareem Abdul-Jabbar. Robertson fu selezionato con la prima scelta al Draft 1960, prima di Jerry West. Per superare uno come West devi essere particolarmente speciale. E l’ex Cincinnati Royals lo fu senza ombra di dubbio.
6. Hakeem Olajuwon (University of Houston) agli Houston Rockets, 1984
Riconoscimenti: All-Rookie, Defensive Player of the Year (2x), MVP, NBA Finals MVP (2x), All-Star (12x), All-Defense (1st team 5x, 2nd team 4x), All-NBA (1st team 6x, 2nd team 3x, 3rd team 3x), Championship (2x), Hall of Fame.
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Michael Jordan (3), Charles Barkley (5), John Stockton (16)
Il Draft 1984 riunì una serie di talenti da capogiro: Sua Maestà Michael Jordan, Charles Barkley, John Stockton. E pensare che Hakeem Olajuwon finì proprio in cima a questa lista. Gli Houston Rockets, forse, non scelsero il massimo, ma scelsero ugualmente bene, dato che con The Dream vinsero due anelli consecutivi – 1993/1994 e 1994/1995. E Olajuwon si guadagnò due premi di MVP delle Finals in successione. L’ex numero 34 dominerebbe in qualsiasi era di questo sport. Vedere il palmares per credere.
5. Shaquille O’Neal (Louisiana State) agli Orlando Magic, 1992
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Rookie, All-Star Game MVP (3x), NBA Finals MVP (3x), All-Defense (2nd team 3x), All-Star (15x), All-NBA (1st team 8x, 2nd team 2x, 3rd team 4x), Championship (4x), MVP, Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Alonzo Mourning (2), Latrell Sprewell (24)
Alcuni giocatori non necessitano presentazioni: li vedi in foto e non c’è bisogno di parlare. Shaquille O’Neal rientra sicuramente in questa categoria. Con gli Orlando Magic non ha vinto quanto avrebbe meritato, eccezione fatta per il titolo di Rookie of the Year, ma con i Los Angeles Lakers ha portato a casa tutto ciò che poteva. Tre anelli, tre premi di MVP delle Finals, tanti gettoni nell’All NBA First Team. Shaq è stato un rullo compressore, dominante su tutti i fronti, e dal primo giorno in cui mise piede nella lega si capì che il destino era stato gentile con lui.
4. Tim Duncan (Wake Forest) ai San Antonio Spurs, 1997
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Rookie, All-Star Game MVP, All-Star (15x), NBA Finals MVP (3x), MVP (2x), All-Defense (1st team 8x, 2nd team 7x), All-NBA (1st team 10x, 2nd team 3x, 3rd team 2x), Championship (5x), Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Keith Van Horn (2), Chauncey Billups (3), Tracy McGrady (9)
Trovate un giocatore che rappresenti una squadra quanto più Tim Duncan rappresenti i San Antonio Spurs. Compito arduo e, probabilmente, bastano le dita di una mano sola per portarlo a termine. Un matrimonio che sulla carta mostra 19 stagioni, ma che in realtà andrà avanti per sempre. Rookie of the Year 1998, cinque titoli, Duncan è diventato con il tempo uno dei giocatori più forti di sempre e un modello da imitare dentro e fuori dal campo. Tim e San Antonio Spurs, finché morte non vi separi.
3. LeBron James (St. Vincent’s St. Mary’s HS) ai Cleveland Cavaliers, 2003
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Rookie, All-Star Game MVP (3x), All-Star (16x), NBA Finals MVP (3x), All-Defense (1st team 5x, 2nd team 1x), All-NBA (1st team 12x, 2nd team 2x, 3rd team 1x), MVP (4x), Championship (3x)
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Carmelo Anthony (3), Chris Bosh (4), Dwyane Wade (5)
Qualsiasi classifica stiate sfogliando, troverete sempre questo nome: LeBron James. Anche in questa, naturalmente. The Kid from Akron, cresciuto con i Cleveland Cavaliers e poi accusato di tradimento, solo perché era arrivato il momento di vincere. O, forse, di imparare a vincere. Apprendere per poi tornare e, fare la storia con la sua città, con la sua squadra. E che storia. Sotto 3-1, risultato finale 4-3. Mai successo prima, poteva accadere solo con lo zampino di uno come lui. Uno come lui, che dal nulla è arrivato a giocarsi oggi il dibattito di migliore sempre.
2. Magic Johnson (Michigan State) ai Los Angeles Lakers, 1979
Riconoscimenti: All-Rookie, All-Star Game MVP (2x), NBA Finals MVP (3x), MVP (3x), All-Star (12x), All-NBA (1st team 9x, 2nd team 1x), Championship (5x), Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Bill Cartwright (3), Sidney Moncrief (5), Vinnie Johnson (7)
Earvin Johnson Jr., per tutti Magic. Un visionario dentro e fuori dal campo. Dentro perché, oltre a dominare sul campo, è stato in grado di portare ad un livello superiore i suoi Los Angeles Lakers, trasformandoli da ottima franchigia a squadra impenetrabile, imbattibile. Non a caso, i campionati nel palmares sono cinque. Fuori perché ha contribuito a salvare l’immagine di un’istituzione come la NBA. Se Magic è il vostro giocatore preferito, il vostro numero 1, non c’è bisogno di vergognarsi. Urlatelo forte.
1. Lew Alcindor (UCLA) ai Milwaukee Bucks, 1969
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Rookie, NBA Finals MVP (2x), All-Star (19x), All-Defense (1st team 5x, 2nd team 6x), All-NBA (1st team 10x, 2nd team 5x), MVP (6x), Championship (6x), Hall of Fame
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Jo Jo White (9), Norm Van Lier (34), Bob Dandridge (45)
Entrato come Lewis Alcindor, uscito come Kareem Abdul-Jabbar. No, non era un agente sotto copertura, ma colui che avrebbe scritto infinite pagine di storia nell’albo di questo sport. Selezionato al Draft 1969 dai Milwaukee Bucks, il leggendario numero 33 ha impiegato due anni per portare in bacheca il suo primo anello in assoluto. Tuttavia, i danni peggiori li farà con i Los Angeles Lakers, schiacciando chiunque osasse intralciare il suo cammino. Kareem Abdul-Jabbar è al primo posto, o quasi, di tutte le classifiche, letteralmente: primo per punti, terzo per rimbalzi e blocchi, secondo per numero di partite e primo di sempre per premi MVP. La prima scelta in un Draft più azzeccata di sempre?