Dopo un’estate di parziale trasformazione, i Golden State Warriors sono una delle squadre NBA che suscita più curiosità. Ma anche più confusione. Vengono da una stagione non all’altezza delle aspettative di una squadra campiona in carica. Hanno nominato un nuovo general manager, Mike Dunleavy Jr. che ha subito fatto valere la sua voce cedendo il giovane Jordan Poole, e di sostituirlo con il veterano Chris Paul. Rimane da capire come potranno convivere tra loro CP3 e Steph Curry.
Nella serata di ieri, poi, é stato ufficializzato il calendario di tutte le squadre NBA. Le prime settimane sono abbastanza proibitive per i ragazzi di coach Steve Kerr, che dovranno giocare lontani dalla Baia di San Francisco ben 7 volte nelle prime 10 partite.
Dopo l’opening night in casa contro Phoenix, andranno a Sacramento e, in back-to-back, sarà il turno di Houston e New Orleans. Una breve tappa di rientro al Chase Center contro Sacramento e poi quattro in fila lontani dalla California (Oklahoma City, Cleveland, Detroit è Denver). Di queste fatiche iniziali ha parlato il neo GM dei Warriors Micheal Dunleavy Jr. in un’intervista a NBC Sports.
“Ne abbiamo già parlato con il coaching staff e con i giocatori. Vogliamo tutti redimere e oltrepassare fin da subito le difficoltà che abbiamo avuto l’anno scorso fuori casa (11-30, ndr). Per alcuni avere così tante partite fuori casa all’inizio può essere un problema ma noi non vediamo l’ora di sfruttare questa opportunità”.
Ha poi parlato di quanto ci vorrà per capire di che pasta saranno fatti i nuovi Warriors.
“Per capire l’identità della squadra ci vorranno almeno 20 partite. Una volta superato il primo quarto di stagione, hai capito con chi hai a che fare. Rimane solo da lavorare per migliorare o continuare a esprimere lo stesso basket. Due anni fa abbiamo iniziato 18-2 la stagione è abbiamo vinto la lega. L’anno scorso è successo il contrario. Questa stagione dobbiamo assolutamente iniziarla bene”.
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