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Memphis Grizzlies

La NBA non accorcerà la sospensione di Ja Morant

La guardia rientrerà a New Orleans il 19 dicembre, se tutto va bene

Ja Morant

Non sarà abbreviata la sospensione di 25 partite comminata a Ja Morant per aver posato con una pistola in una live di Instagram a maggio. Lo hanno dichiarato i dirigenti NBA. Con ogni probabilità la stella dei Memphis Grizzlies tornerà in campo il 19 dicembre a New Orleans. E sarà vero se non ci saranno ‘contrattempi’ fuori dal campo. E quindi se non dovesse forzare nuovamente la mano a Silver & Co., che a questo punto prolungherebbero la sua assenza dal parquet.

Al momento della sospensione, la National Basketball Players Association aveva espresso la propria frustrazione per la vaghezza di alcuni aspetti della sentenza. In particolare, il direttore esecutivo della NBPA Tamika Tremaglio aveva criticato la decisione della Lega secondo cui Morant avrebbe dovuto “soddisfare alcune condizioni prima di tornare a giocare“. Automatica, dunque, una richiesta di chiarimento del protocollo. Un processo che, a quanto dicono i vertici della lega, è ancora in corso.

Joe Dumars, vicepresidente esecutivo delle operazioni della NBA, non ha voluto commentare riguardo a come il processo di ‘riabilitazione’ di Morant stesse procedendo.

“La Lega, la Players Association, Ja e i suoi collaboratori sono in costante comunicazione e stanno lavorando insieme. Tutti stanno collaborando per assicurarsi che il ragazzo torni in campo senza problemi, quando sarà il momento opportuno. Non è il tipo di cose che si possono discutere pubblicamente e iniziare a parlare di ciò che sta accadendo dietro le quinte, ma sta accadendo”.

Sebbene la sentenza della Lega indichi che Morant “non può partecipare a nessuna attività pubblica della lega o della squadra, comprese le partite di precampionato, durante il periodo di sospensione“, gli è stato concesso di allenarsi e viaggiare econ i Grizzlies. Dumars stesso ha sottolineato l’importanza di trascorrere del tempo con la sua squadra mentre sconta la sospensione.

“È un ragazzo di 24 anni, che sta provando a imparare e crescere. Un talento incredibile. Ma gli sono capitate molte cose. Personalmente penso che la cosa peggiore che si possa fare sia estromettere completamente questo ragazzo da tutto ciò che riguarda la sua squadra. Quindi le 25 partite sono 25 partite. Ma credo che questo ragazzo abbia bisogno di continuare ad allenarsi tutti i giorni con la sua squadra, di stare con i suoi compagni. Tutte queste cose, secondo me, aiutano molto la crescita di un ragazzo. Ha bisogno di stare in quell’ambiente. Mi dispiacerebbe se dovesse andare in una palestra da qualche parte perché non gli permettiamo di allenarsi. Non sarebbe un’opzione ottimale da dare a un ragazzo che sta cercando di sistemarsi”.

 

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