21. Kobe Brown (NE)
Prima la gavetta in G League, quasi automatica per chi non è stato una lottery pick. Poi arriva la manna dal cielo: ai Clippers arrivano Harden e P.J. Tucker e scompaiono 4 ali. Proprio la sua posizione. L’ex Missouri trova così sempre più continuità: ha giocato in 10 delle ultime 11 partite, segnando 22 punti in 105 minuti. A farne le spese lo stesso veterano Tucker.
22. Kris Murray (NE)
Mentre il fratello Keegan attenta a record NBA, lui brilla di luce riflessa e nel rimescolamento delle carte finisce premiato oltremisura. Non basterà per restare in classifica.
23. Ben Sheppard ( =)
Tanta G League, come molti nella parte bassa della classifica. Visto l’andamento altalenante, da mettere in preventivo, che non salga né scenda è già qualcosa. Guai però ad accontentarsi.
24. Andre Jackson Jr. (NE)
Dalla metà di novembre solo due partite saltate. Giocatore da Milwaukee Bucks: grintoso, energico, dinamico. Se vedete uno in maglia verde-bianca con dei capelli a scolapasta rovesciato, beh sappiate che è l’ex UConn. L’apporto statistico per ora non è degno di particolare nota, ma potrebbe presto diventarlo.
25. Gradey Dick ( ↓ 5)
Dall’ultimo aggiornamento i minuti complessivi, spalmati su su quattro presenze, stentano ad arrivare a 20. Gioca pochissimo e la scelta in Lottery pesa sul giudizio. Se dopo due mesi di NBA si continua a parlare del suo abbigliamento alla notte del Draft, è evidente che qualcosa non sta andando per il verso giusto (anche se a parlarne è GQ). La discesa non può continuare all’infinito.
26. Colby Jones (↓ 2)
Fondamentale pezzo di copertura durante l’assenza di De’Aaron Fox. Dal 13 novembre ha raccolto solo quattro ingressi sul parquet. Per il resto, spettatore non pagante o rinviato al mittente dei Stockton Kings.
27. Cam Whitmore (↓ 2)
Quando non piaci a Ime Udoka, non piaci a Ime Udoka. E se hai la rogna di avercelo come allenatore… A mio parere uno dei talenti più cristallini dell’ultimo, relegato – non si sa bene perché – a scampoli di partita quando ormai il risultato è già deciso.
Le potenzialità però le riesce comunque a dimostrare. Nelle ultime due partite, 6.5 punti e 2.5 rimbalzi in 4 minuti. Ma per capire di che pasta è fatto, bisognerebbe vederlo con più frequenza.
28. Olivier Maxence Prosper (NE)
Alla diciottesima presenza in NBA, contro Houston, ha mandato a referto il primo ventello di carriera, ma i Mavericks hanno perso di 30 il derby texano. Anche il rookie più egoista difficilmente farebbe a cambio. Tanto basta a O Max per entrare in classifica. Da qui in avanti, si fa dura.
29. Nick Smith Jr. (NE)
I 26′ spesi in campo contro Philadelphia sono il suo season high (nove punti). Problema: Charlotte ha perso di 53 e il suo +/- recita un impietoso -35. Per quanto possa valere, non è un gran biglietto da visita. L’assaggio di G League ai Greensboro Swarm rappresenta un toccasana.
30. Amen Thompson (↓ 14)
Dopo due new entry, la sua discesa fa ancora più rumore. A scanso di equivoci: se non fosse stato scelto in Top 5, probabilmente sarebbe già uscito di classifica. Solo cinque anche le partite giocate fin qui. Non classificabile, appunto. Un occhio di riguardo, ma al prossimo aggiornamento dovrà dare qualche segnale per non finire ai margini della Ladder.