Morto un papa se ne fa un altro. Mai come ora questo antico detto rimane vero, anche se traslato a un ambito sportivo. Via Adrian Griffin, sulla panchina dei Milwaukee Bucks arriva l’espertissimo Doc Rivers. una scelta che ha fatto alzare un sopracciglio a più di una persona. Anche perché negli ultimi anni, tra Los Angeles Clippers e Philadelphia 76ers, Rivers non era riuscito né a convincere né a vincere. Ma ora torna in Wisconsin, lui che è nato a Chicago ed è diventato leggenda nella Marquette University.
Il lavoro per lui inizierà ufficialmente lunedì, quando i suoi Bucks voleranno a Denver contro i campioni NBA in carica. Nella giornata di ieri, però il nuovo coach è stato presentato ufficialmente in conferenza stampa. Qui ha spiegato molto brevemente le ragioni che lo hanno spinto ad accettare l’incarico:
“Conoscete la risposta. Giannis Antetokounmpo e Damian Lillard. Questa è la risposta”.
Ovviamente non ha pesato poco il fatto che Milwaukee sia una delle contender più quotate per la vittoria del titolo finale. Motivo per cui Doc, dopo aver rifiutato – a quanto dice – altre offerte, ha scelto di abbandonare la tv per tornare a bordo campo. E con 36 partite al termine della regular season, di tempo da perdere ce n’è davvero poco.
“Ci sono circa otto squadre che hanno una legittima possibilità di vincere il titolo. I Bucks sono una di queste. È una vera sfida. Dobbiamo organizzarci rapidamente. Siamo nel bel mezzo di una stagione, quindi dobbiamo cercare di mantenere il nostro ritmo. Ci sono dei cambiamenti da fare, non c’è dubbio. Inizieremo a lavorarci immediatamente”.
Per la 25esima stagione consecutiva, Rivers avrà un posto su una panchina della lega. Insomma, ammissione di colpe da parte del front office dei Bucks: un rookie coach non è stata una trovata vincente. Vedremo se la scelta di Rivers pagherà.
“Non so se ho qualcosa da dimostrare, se non che voglio vincere. Mi piace vincere. Mi piace trovarmi in queste situazioni. Come allenatore non sarai sempre popolare e va bene così. Devi accettare che quando assumi un ruolo di leadership, fa parte del processo. Se si riesce a mettere tutti d’accordo, si può avere successo”.