Come al solito l’annuncio degli All-Star fa alzare più di un sopracciglio. C’è chi si crede meritevole ma viene lasciato sul divano. Così come chi non sembrerebbe giocare a un livello sufficiente ma invece gioca la partita delle stelle. Più di tutto quest’anno a lasciare qualche dubbio è stata la convocazione come reserve di Karl-Anthony Towns, lungo dei Minnesota Timberwolves.
In casa Sacramento Kings la sensazione diffusa è quella di essere stati snobbati. E non una, bensì due volte. Insomma, pare strano che la quinta testa di serie a Ovest non abbia nemmeno un giocatore all’All-Star Game. Soprattutto una franchigia che dispone di giocatori del calibro di De’Aaron Fox e Domantas Sabonis, entrambi (soprattutto il secondo) puntualmente nelle liste di candidati all’MVP. Per intenderci, Fox sta tenendo numeri stellari: 27.2 punti e 5.5 assist a partita. Nel frattempo, Sabonis praticamente viaggia a una tripla-doppia di media: 19.9 punti, 13 rimbalzi e 8 assist a partita. E ha registrato 42 doppie-doppie in 46 partite.
A schierarsi contro la scelta dei coach NBA lo stesso Mike Brown, capo allenatore dei Sacramento Kings:
“È chiaro a chiunque guardi l’NBA e il basket dei Kings che De’Aaron e Domantas avrebbero dovuto essere selezionati per l’All-Star Game di quest’anno. Stanno giocando a un livello incredibilmente alto. Per me questo è davvero un errore clamoroso”.
La domanda rimane sempre la stessa: chi togliere per far posto a loro? Mike Brown ha ragione. Ogni anno vengono lasciati fuori dalla squadra All-Star giocatori che se lo meriterebbero. E anche togliendo Towns come il meno meritevole, sarebbe davvero giusto che la prima squadra a Ovest abbia un solo rappresentante All-Star in Anthony Edwards? Polemiche che ovviamente lasciano il tempo che trovano. Ma guidate da un desiderio di riconoscimento che a Sacramento ancora non sentono di essersi guadagnati dopo l’exploit dello scorso anno.
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