Partiamo da un dato: era dalla sua stagione da rookie che Klay Thompson non partiva dalla panchina. Dopo più di 700 partite giocate partendo dal quintetto, coach Steve Kerr ha deciso di iniziare la sfida con i Jazz senza Klay in campo. Sembrava un cambiamento epocale, la risposta alla stagione finora deludente del numero 11 dei Dubs. E invece Thompson ha risposto presente con 35 punti segnati ed è stato il protagonista della serata vincente degli Warriors. Ha fatto registrare il suo season high, mentre Brandin Podziemski, che lo ha sostituito in quintetto, ha messo a referto 13 punti, otto assist e sei rimbalzi. A fine partita ha commentato così la sua prestazione, facendo un paragone importante:
“Puoi fare due cose [in queste situazioni]: puoi tenere il broncio o scendere in campo e rispondere. Penso di aver fatto molto bene quest’ultima cosa stasera. Ho pensato a Manu Ginobili, lui ha in bacheca quattro anelli e una medaglia d’oro, e ha costruito la sua intera carriera uscendo dalla panchina. E non penso che qualcuno dubiti del suo stato di Hall of Famer. E’ uno dei grandi, e poi ho accettato questa situazione prima della palla a due, capisco di avermelo meritato”
La scelta di Steve Kerr di tenerlo fuori dal quintetto contro i Jazz potrebbe essere la scossa giusta per provare a riaccendere Thompson. In questa prima parte di regular season ha i peggiori numeri realizzativi dalla stagione di sophomore, e non ha mai tirato così male in carriera da tre. Il suo head coach ha commentato:
“E’ stata una stagione difficile per lui e per noi. Non è facile per Klay fare quello che faceva cinque o sei stagioni fa. Penso che questo sia il giusto equilibrio per avere il meglio da Klay e da tutta la nostra squadra. E’ davvero un agonista. L’ho visto vincere anelli, l’ho visto segnare milioni di grandi tiri e marcare alcuni dei migliori giocatori della lega. Klay è un campione, un giocatore incredibile e una grande persona”
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