Che l’operazione con cui i Los Angeles Lakers hanno portato Luka Doncic in California fosse un furto con scasso era chiaro a tutti. Non solo per il calibro del giocatore acquisito, ma anche per il prezzo (infimo) che hanno dovuto pagarlo. Ovviamente con il senno di poi dell’infortunio che terrà fuori per qualche settimana Anthony Davis.
Le acque ora sembrano abbastanza placate, eccetto nel tifo texano dove gente ancora intona cori e proteste plateali contro il gm Nico Harrison chiedendone il licenziamento o le dimissioni. Ma sulla trade è intervenuto anche Justin Zanik, general manager degli Utah Jazz che stanotte hanno sconfitto i gialloviola di Doncic e James. E la definizione dello scambio si è limitata a una parola, descrittiva: “Regalo”.
“Ovviamente Rob Pelinka (general manager dei Lakers, ndr) lo ha detto anche nella conferenza stampa di presentazione di Luka, che si tratta di un regalo. E credo che molti miei colleghi la pensino così. Ma Nico Harrison e Dallas fanno un ottimo lavoro. Avevano ovviamente le loro ragioni per voler migliorare la difesa e ovviamente hanno deciso di prendere un giocatore top 50 proprio lì”.
Uno scambio in cui, lo ricordiamo, anche i Jazz hanno giocato la loro parte facilitando le questioni finanziarie e di payroll.
“Avendo un po’ di spazio in più e grandi risorse da utilizzare per prendere giocatori che sono un vantaggio per i Jazz, siamo stati in grado di agire in questo modo. Ovviamente, è uno scambio che ha ridisegnato la Western Conference”.
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