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Charlotte Hornets

Dwight Howard: “Qui posso tornare grande!”

Howard ha parlato per la prima volta come neo-giocatore dei Charlotte Hornets

Quattordicesima stagione NBA in arrivo, nuova maglia, nuove motivazioni. A 31 anni Dwight Howard inizierà una nuova avventura lontano da casa sua, da quella Atlanta che la scorsa estate lo aveva riportato in Georgia e che pochi giorni fa ha deciso di liberarsene nello scambio che lo ha portato a Charlotte e che ha coinvolto anche Marco Belinelli, nuovo giocatore Hawks.

Howard, visto molto sorridente da chi lo conosce bene, sa che per tornare grande aveva bisogno di una squadra che potesse puntare fortemente su di lui, credendo ancora nella sua capacità di essere dominante proprio come lo fu in passato in maglia Orlando, anche e soprattutto grazie alla possibilità di essere allenato a Steve Cliffor, già suo coach in passato.

“Non vedo già l’ora di cogliere questa opportunità perchè ho ancora moltissimo da dare” ha confermato Dwight alla conferenza stampa di presentazione in North Carolina. “Con Atlanta? Semplicemente non ha funzionano, ma mi sento molto molto meglio rispetto agli ultimi cinque anni e penso che sarò nella migliore forma possibile nei prossimi mesi. Inoltre ho esperienza, mi considero molto più forte mentalmente e molto pronto fisicamente, e sono nel posto giusto con un allenatore fantastico, un ottimo GM e con il migliore di tutti i tempi alla guida (Michael Jordan, proprietario degli Hornets). Quindi sì, penso sia l’opportunità perfetta.”

Steve Clifford. E’ lui il vero mentore che può permettere al vecchio Howard di tornare quello di un tempo, o semplicemente di giocare al massimo del suo livello. I due hanno lavorato insieme nelle 7 stagioni tra Orlando e Los Angeles e proprio per questo la sua fiducia e al massimo livello.

“Mi capisce. Sa sempre cosa sia meglio per me e non ha mai avuto brutte parole per me. Era veramente una persona positiva, qualcuno di cui mi sono sempre fidato.”

Una speranza non solo per i tifosi di Charlotte, ma per tutti coloro che hanno saputo apprezzare un giocatore che in passato ha alzato tre trofei personali di miglior difensore dell’anno, dominando in entrambi i lati del parquet.

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