Che DeMarcus Cousins abbia un bel caratterino non è certo una novità visto che l’irruente centro dei Sacramento Kings guida, come l’anno scorso, la classifica dei falli tecnici subiti in stagione: ben 15 (secondo Blake Griffin con 13). Ieri sera, in occasione della partita casalinga persa per 129 a 103 contro i Houston Rockets, DMC non si è limitato ad un solo fallo tecnico, ma trovandone un secondo a pochi secondi dal primo, è stato espulso, così come prevede il regolamento.
Il tutto è successo a circa 10 minuti dalla fine del terzo quarto sul punteggio di 73 a 54, quando, secondo l’arbitro, il numero 15 in biancoviola ha ostacolato Howard in procinto di commettere una schiacciata su un delizioso alley-oop di Harden. Cousins, apparso subito perplesso del fischio, si è immediatamente rivolto all’arbitro Courtney Kirkland chiedendogli “what did I say?”. In prima battuta l’arbitro ha deciso di soprassedere ma, poiché Cousins ha continuato in un atteggiamento ostile alla decisione anche quando Howard stava battendo il primo libero, il fallo tecnico è stato inevitabile. Ripreso il gioco, coach Michael Malone ha chiesto spiegazioni all’arbitro, spiegazioni che, tuttavia, sono state interrotte dalle ingiurie di Cousins. Nonostante i tentativi dell’assistente allenatore Corliss Williamson di trattenerlo anche fisicamente, DMC si è infatti rivolto inequivocabilmente in modo ingiurioso a Kirkland che non ha potuto fare altro che decretare l’espulsione fischiando il secondo fallo tecnico. Inutile dire che, come probabilmente suggerito dal procuratore o dai membri del suo staff, subito dopo la partita Cousins si è pentito chiedendo scusa a squadra e tifosi con un tweet.
Come accennato i numeri in merito alla disciplina di Cousins parlano chiaro (nulla quaestio invece per le statistiche ordinarie visto che su 49 partite, 34 volte è andato in doppia doppia e viaggia con una media di 22,3 punti e 11,5 rimbalzi a partita). Per esempio l’anno scorso il centro ha raggiunto il non invidiabile score di 17 falli tecnici e 4 espulsioni. Al di là del dato dei falli, di Cousins mi hanno colpito altri gesti che, a parere di chi scrive, risultano incomprensibili: su tutti l’episodio dello scorso 23 novembre quando, al termine della partita persa allo Staple Center di L.A. contro i Clippers per 103 a 102, ha letteralmente impedito a Isaiah Thomas di andare a stringere la mano al suo alter ego Chris Paul.
Giacomo Bertone
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