(29-25) Portland Trail Blazers 91 – 111 Detroit Pistons (26-26)
Continuano a vincere i nuovi Detroit Pistons targati Blake Griffin, che ricevono Portland davanti al pubblico di casa e colgono l’occasione per appaiarsi all’ottavo posto ad Est con i Sixers.
La partita comincia equilibrata e a ritmi relativamente bassi, tattica più conforme alle caratteristiche dei Pistons piuttosto che a quelle dei Blazers, e infatti dopo un primo quarto equilibrato i padroni di casa provano a dare un piccolo strappo, e vanno all’intervallo in vantaggio di 6 punti. E Griffin decide di infilarci anche canestri del genere (seppur non validi):
Nel terzo quarto Portland deve recuperare e per farlo prova ad alzare i ritmi, ma contro ogni previsione a beneficiarne sono ancora i Pistons, che oltre a Griffin e Drummond trovano aiuti importanti da Tolliver e Kennard dalla panchina e allungano ancora, fino a +12.
Gli ultimi 12 minuti non rivelano sorprese, la partita continua sulla falsa riga dei primi 3 quarti e alla fine si chiude sul 111-91 per i padroni di casa. I migliori sono proprio Griffin (21+9+6) e Drummond (17 e 17 rimbalzi), ma altri 5 giocatori di Detroit andranno in doppia cifra; per i Blazers, si salva Lillard (20+5+5) .
(31-22) Washington Wizards 11 – 102 Indiana Pacers (30-25)
E continuano a vincere anche gli Washington Wizards, che contro ogni previsione raccolgono la quinta vittoria consecutiva in assenza di John Wall e superano anche i Pacers, avversaria diretta nella Eastern Conference.
Washington parte forte e cerca di dettare i proprio ritmi, Bradley Beal sembra trovarsi a proprio agio come playmaker e tutta la squadra gira, mentre Indiana, orfana di Victor Oladipo, tende ad aggrapparsi troppo al solo Bojan Bogdanovic.
Dopo un primo tempo chiuso a +9, gli Wizards non rallentano e cercano di allungare ancora, prendendo sinistramente le sembianze degli Spurs per gestione della palla e distribuzione dei canestri.
Arrivati agli ultimi 12 minuti sotto di 12, i Pacers abbozzano una reazione ma sembrano quasi scaricati dalla grande partita di Washington, che non permette loro di rientrare e porta a casa il risultato: 111-102. Tra gli ospiti ben 8 giocatori vanno in doppia cifra, i migliori sono Beal (21) e Oubre (15 e 7 rimbalzi dalla panchina), mentre per i Pacers tende a salvarsi il solo Bogdanovic (29).
Stop inaspettato per i Miami Heat nel derby della Florida, con i derelitti Orlando Magic che passano all’American Airlines Arena.
E pensare che l’inizio è proprio dei padroni di casa, che mettono ben 35 punti nel primo quarto e lo chiudono a +9, ricevendo finalmente un apporto importante da Hassan Whiteside, sotto tono nelle ultime uscite.
La reazione dei Magic arriva però puntuale nel secondo quarto, grazie a un gioco ben distribuito e una grande serata di Mario Hezonja.
Orlando si avvicina fino a un punto all’intervallo, per poi mettere la freccia e sorpassare nel terzo quarto grazie anche ad un tiro da 3 mai così efficace in stagione (43% a fine partita, contro il 13% di Miami):
Nell’ultimo quarto della partita il mattatore degli Heat, Hezonja, non segna più, e allora ecco che Miami comincia ad avvicinarsi e riprendere fiducia, fino a quando a 2 minuti e 53 secondi dalla fine Josh Richardson non impatta la partita sul 109 pari con un lay-up; da quel momento comincia unna serie di attacchi a vuoto da parte di entrambe le squadre, sbloccato a 91 secondi dal termine da una schiacciata di Simmons che fa 111-109 per i Magic. Il momento decisivo è a 11 secondi dal termine, quando Speights perde il pallone e permette a Richardson di concludere, salvo che l’esterno degli Heat sbaglia il jumper esattamente come Johnson pochi decimi dopo (complice una stoppata di Byombo) e la partita si conclude sul 111-109.
Hezonja resta il top scorer con 20 punti, ma Orlando manda in doppia cifra altri 5 giocatori; per Miami, Richardson chiude con 20 punti e Whiteside con 19 e 14 rimbalzi.