(33-27) Philadelphia 76ers 108-97 Cleveland Cavaliers (36-25)
Tutto d’un tratto, i Cavs tornano sulla Terra.
I risultati NBA si aprono con una vittoria esterna: i Sixers di coach Brett Brown sbancano la Quicken Loans Arena. Privi di Kevin Love (infortunio alla mano) e JR Smith (punito dagli stessi Cavs con la sospensione per una partita a causa di un atteggiamento dannoso alla squadra), i Cavs sono pericolosamente avvicinati dai Wizards per la terza piazza ad Est.
L’attacco dei Cavs improvvisamente si blocca: 28,1% dall’arco e meno di 100 punti segnati per l’ottava volta in stagione (3-5 in record in tali partite). LeBron James riempie al solito il tabellino (30 punti, 9 rimbalzi, 8 assist) ma non è efficiente come al solito (12 errori dal campo) e l’unico altro titolare in doppia cifra è un Rodney Hood da 11 punti con 14 tiri. Dalla panchina Larry Nance Jr. porta in dote energia, 13 punti e 7 rimbalzi, Jordan Clarkson 10 punti ma sbaglia entrambe le conclusioni dall’arco. Le mani sono fredde (comprese quelle di Korver, Hill e Jeff Green) e i 9 rimbalzi catturati in meno hanno fatto il resto.
Joel Embiid è dominante, difensivamente e non. 17 punti, 14 rimbalzi (di cui ben 6 offensivi), 6 assist e una stoppata. Nonostante anch’egli sbagli un elevato numero di conclusioni dal campo, il quintetto dei Sixers (come spesso accade) sbaraglia il quintetto avversario: tutti in doppia cifra, tutti i Plus/Minus positivi. Cleveland non è riuscita a vincere nemmeno un singolo quarto, e non ha trovato una risposta a JJ Redick: 22 punti con 11 tiri per il tiratore prodotto di Duke. Ben Simmons, l’osservato speciale, fa molto bene: 18 punti, 9 rimbalzi, 8 assist e 2 rubate. Spesso gli è stato assegnato il compito di marcare Il Re e non ha sfigurato. Dario Saric sfiora la doppia-doppia (16 punti e 9 rimbalzi), mentre la centra Robert Covington (10 punti – con 11 tiri – e 10 rimbalzi). Bene anche Marco Belinelli: 11 punti in uscita dalla panchina. Ok anche il ritorno in maglia Sixers di Ersan Ilyasova.
La partita con meno hype della notte (diverse squadre NBA hanno più vittorie di Kings e Nets sommati) è anche la più avvincente, vibrante: i risultati NBA, si sa, possono riservare parecchie sorprese. Dopo aver gettato alle ortiche un cospicuo vantaggio nel quarto periodo, i Kings (grazie ad un Bogdan Bogdanovic sugli scudi) riescono a portare a casa la vittoria grazie anche al canestro di De’Aaron Fox che ha mandato tutto al tempo supplementare con 6,2 secondi rimasti sul cronometro.
L’MVP del Rising Stars Challenge dell’All-Star Weekend ha chiuso con 23 punti una serata d’oro. De’Aaron Fox e Willie Cauley-Stein sono altri due dei cinque giocatori di Sacramento in doppia cifra. Secondo ESPN, “le statistiche finali [maggiormente dettagliate] della partita non sono disponibili. È la seconda volta che, nel giro di pochi giorni, accade a Sacramento.” Avessero perso, i Kings sarebbero stati la peggior squadra NBA. Invece hanno battuto i Nets per la seconda (e ultima) volta in stagione (non capitava da dieci anni). Sacramento, con un obiettivo in testa, ha lasciato fuori Zach Randolph per la seconda volta in tre gare.
Decisivi, nel supplementare, due errori dall’arco di Spencer Dinwiddie e D’Angelo Russell. DeMarre Carroll segna 22 per i Nets, mentre Crabbe va per il ventello. 15 a testa per Jarrett Allen e D’Angelo.